Attualità e Cronaca Rosa

Medio Oriente – le donne sfregiate con acido

09-05-2011

Medio Oriente – le donne sfregiate con acido

MEDIO ORIENTE, SFREGIATE CON ACIDONon potevo aprire gli occhi, era come se le palpebre fossero incollate, mi sentivo tutto il viso gonfio. Questa è solo una delle tante testimonianze di donne, ragazze, bambine (perché a 12 anni si è ancora bambine) che hanno subito una gravissima violenza fisica, ma anche perso la propria identità, il proprio passato, e anche il proprio futuro a causa dell’acido solforico che in pochi minuti le ha sfregiate per sempre.

 

Pakistan, Bangladesh, ma sempre più spesso anche in Afghanistan e nel Medio Oriente; questi i paesi dove chi rifiuta di sposarsi o di una richiesta di divorzio, donne dai 12 ai 27 anni rischiano di essere “punite” con un bicchiere di acido gettato in viso, rovinando in un istante i tessuti della pelle in maniera irrimediabile, causando la perdita della vista e compromettendo i movimenti del viso fino a doversi nutrire di soli liquidi mediante una cannuccia.

 

L’acido corrosivo si trova facilmente in commercio a costi molto bassi, la maggior parte delle violenze avviene nelle zone povere e spesso le donne che ne sono vittima non possiedono il denaro necessario per coprire gli enormi costi delle operazioni chirurgiche. Donne fantasma, private dell’identità, emarginate dalla società, abbandonate dalla famiglia. Il primo caso documentato di violenza con acido solforico si ha nel 1967 a causa di una proposta di matrimonio rifiutata, nel 1979 il Bangladesh sottoscrive la convenzione Onu per eliminare la discriminazione contro le donne, negli anni ’80 le violenze però invece di diminuire vanno aumentando, raggiungendo il picco massimo nel 2002 con 485 donne colpite. Nel 1995 viene decisa la pena di morte per chi commette questi reati.

 

Nascono numerose organizzazioni internazionali con lo scopo di dare un sostegno concreto, “l’Acid Survivors Foundation“ che ha l’appoggio dell’UNICEF, in Italia nel 2000 viene creata “smileagain” e la “Coopi” che raccoglie fondi per l’assistenza medica nei paesi sottosviluppati oltre ad agire con campagne di sensibilizzazione. Chi commette queste violenze, spesso viene protetto dalle autorità e dalla società perché una donna che offende un uomo rifiutandolo merita una punizione, vi sono stati casi in cui le vittime, spesso bambine si erano rifiutate di avere rapporti sessuali con uomini adulti e anziani e per questo hanno subito il trattamento dell’acidificazione.

Melania Toniolo

 

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