Attualità e Cronaca Rosa

Amianto – 223 Marinai morti di tumore. Indagati vertici della Marina Militare

24-08-2011

Amianto – 223 Marinai morti di tumore. Indagati vertici della Marina Militare

Inchiesta per la morte di 223 Militari della Marina morti negli anni ’80 e ’90 a causa dell’amianto.

 

PROCURA TORINESE. Da oltre due anni il sostituto procuratore Raffaele Guariniello coordina l’inchiesta della Procura torinese riguardante 223 militari morti di tumore a cavallo fra gli anni ’80 e ’90. Si erano ammalati di mesotelioma pleurico o peritoneale, due forme di cancro riconducibili al contatto con l’amianto.

 

INDAGATI. Guariniello, nel corso della sua inchiesta, ha proceduto con l’analisi di casi sospetti, dei dati dell’ufficio anagrafe e i registri tumore, incrociando il tutto con le azioni di bonifica da amianto effettuate dalla Marina Militare. Gli indagati risultano essere una dozzina di capi di Stato Maggiore e i vertici della Marina Italiana in servizio nei due decenni presi in esame. L’accusa che gli si rivolge è quella di disastro colposo e omissione dolosa delle cautele infortunistiche.

 

TUMORE. I militari ammalatisi di tumore e poi deceduti non erano tutti effettivi, ma alcuni di loro erano militari di leva, a quel tempo obbligatoria. Ricoprivano diverse mansioni. Erano fuochisti, motoristi e caldaisti all’interno di strutture isolate con l’amianto. A quel tempo era già noto l’effetto cancerogeno di tale minerale, ma è soltanto con la legge n. 257 del 1992 che in Italia l’impiego dell’amianto diventa fuorilegge. In più, con i commi seguenti della suddetta legge, si prevede anche un aumento pensionistico del 50% nei confronti dei lavoratori che erano stati a contatto con l’amianto. Ma i controlli, soprattutto per i periodi antecedenti gli anni ’90, risultavano essere difficili a causa dell’archiviazione manuale dei curricula dei lavoratori. Nelle navi soprattutto, molto spesso accadeva che gli attestati di servizio finissero al macero assieme alle imbarcazioni in rottamazione.

 

INCHIESTE. L’unico precedente risulta ancora essere l’inchiesta aperta a Padova nel gennaio del 2010 dopo la morte di 500 militari in servizio nelle basi di Monfalcone, Taranto e La Spezia. Ed è stata proprio una segnalazione della Procura veneta a far aprire il caso a Torino. I familiari delle vittime inoltre, stanno contattando il sostituto procuratore Guariniello per raccontare la loro storia ed eventualmente ricevere anche un risarcimento monetario.

 

Elisa Renna

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