Attualità e Cronaca Rosa

“Cacciatore di bambini neri”. Facebook, razzismo e follia omicida

29-08-2011

“Cacciatore di bambini neri”. Facebook, razzismo e follia omicida

Un uomo bianco in tenuta militare impugna un fucile e mostra sorridente e fiero quella che sembra essere la sua ultima preda di caccia: un bambino di colore.

 

Foto profilo. È questa la foto del profilo facebook di Eugene Terrorblanch, nome che riecheggia quello di ‘Eugene Terre Blanche’ un politico sudaficano di estrema destra, acceso sostenitore dell’apartheid, assassinato l’anno scorso.

 

Le informazioni del profilo. Eugene Terrorblanch su facebook ha 562 amici. Si descrive come un impresario autonomo, a cui piacciono la musica africana, le armi bianche e il Close Combact.

 

Le indagini. La polizia si è subito attivata per individuare la vera identità “del cacciatore” e per far ciò ha chiesto la collaborazione di chiunque sia in grado di riconoscere l’uomo della foto.

Su facebook intanto si sono già formati dei gruppi di protesta tra cui “Arrestate tutti gli amici di Terronr Blanche“. È abbastanza inquietante infatti pensare che ci siano altre 562 persone interessate alla follia di quest’uomo.

 

Facebook teatro della follia. Questo è solo l’ennesimo caso che dimostra come facebook e la rete in generale diano purtroppo la possibilità alla follia di un singolo individuo di diventare pubblica e di ricevere consensi e proseliti.

Facebook infatti diventa troppo facilmente palcoscenico per individui che hanno come unico scopo quello di creare gruppi in cui concentrare idee malsane di violenza e provocazione ed è molto triste constatare con quale velocità questi gruppi riescano a crescere, prova che esiste un substrato della nostra società malato che nasconde, ma neanche tanto, una pericolosità latente.

AGGIORNAMENTO 29/08/2011 ORE 20.10

Il bambino sdraiato accanto all’uomo non era morto.

Il bambino nero sdraiato davanti ai piedi di un uomo bianco armato di tutto punto col fucile? “Ve lo assicuro, lo ho pagato per sdraiarsi. Non era morto”.

La polizia oggi prende la parola: El Mundo racconta la versione delle forze dell’ordine. Al tempo della diffusione della foto, l’uomo sarebbe stato interrogato dalle autorità di polizia sudafricane. Tuttavia, ciò che sta succedendo in queste ore impone una riapertura del caso. Da un lato, la polizia ha ammesso di aver interrogato l’uomo nel 2007, momento in cui la foto era stata scattata. Tuttavia, la debolezza delle sue parole e il fragore creatosi dopo l’apparizione della foto nelle televisioni e nei giornali di tutto il mondo, hanno costretto a riaprire l’investigazione. “Ci stiamo concentrando sul sapere se il bambino è vivo o morto. L’accusa è quella di omicidio”, dice la polizia. Il profilo Terrorblanche sul social network è falso, per cui gli agenti non sono ancora stati in grado di rintracciare l’autore che ad oggi è scomparso.

Giovanna Di Pietro

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