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Opere d’arte – La Bella Principessa è di Leonardo Da Vinci. Dopo anni confermata attribuzione.

28-09-2011

Opere d’arte – La Bella Principessa è di Leonardo Da Vinci. Dopo anni confermata attribuzione.

La Bella Principessa è di Leonardo Da Vinci. Dopo anni di studi è emersa la prova decisiva che ne conferma la paternità.

 

L’ATTRIBUZIONE ERRATA. Si tratta di un disegno singolo del 1496 realizzato a inchiostro, matita nera, rossa e biacca, sfumate tra loro con le dita su un foglio di pergamena della misura di 33 per 23,90 centimetri, e ritraente il dolce profilo di una giovane, probabilmente Bianca Sforza, figlia illegittima di Ludovico Sforza e di Bernardina de Corradis, che Leonardo vide crescere quando si trovava al servizio del Duca di Milano.

Il ritratto arrivò a Firenze qualche decennio fa e fu acquistato da Giannino Marchig, restauratore che collaborava con Bernard Berenson, senza che questi ne conoscesse l’autore. Morto Marchig la vedova decise di vendere la pergamena e la affidò a Christie’s, che nel 1998 la vendette a New York come opera di un artista Nazareno (XIX secolo tedesco) per 21.850 dollari.

 

ANALISI SPETTROGRAFICHE. La prova che conferma Leonardo Da Vinci come autore de La Bella Principessa è stata rinvenuta da due studiosi che da tre anni si occupano dell’opera: Martin Kemp, storico dell’arte inglese professore emerito dell’Università di Oxford, e Pascal Cotte, ingegnere francese di Lumière Technology ideatore di una “macchina fotografica” multispettrale, con la quale sono stati esaminati anche La Gioconda e La Dama con l’Ermellino. La Bella Principessa era già stata sottoposta all’analisi del carbonio 14 tre anni fa, alla Eidgenössische Technische Hochschule, ma le analisi spettrografiche eseguite da Cotte hanno messo in evidenza tre fori sul margine sinistro della pergamena che hanno suggerito ai due studiosi che il ritratto fosse originariamente inserito in un incunabolo, dal quale poi fosse stato staccato. Non restava, dunque, che trovare il documento d’origine.

 

IL RITROVAMENTO DELL’INCUNABOLO. Grazie alle indicazioni di David Wright, professore emerito dell’Università della South Florida ed esperto di miniature rinascimentali, Kemp e Cotte hanno trovato ciò che cercavano alla Biblioteca Nazionale di Varsavia. I tre fori, infatti, corrispondono a quelli della pagina staccata dall’incunabolo La Sforzoide di Giovanni Simonetta, datato 1496, e i risultati delle analisi scientifiche condotte sulla pergamena del documento coincidono con quelli precedentemente effettuati sul foglio de La Bella Principessa.

L’attribuzione del ritratto di Bianca Sforza a Leonardo era già stata confermata nel 2008 da Nicholas Turner, Carlo Perdetti, Alessandro Vezzosi, Mina Gregari e Cristina Geddo, che avevano riconosciuto la mano mancina del tratteggio e l’impronta palmare lasciata dal pittore sia su La Bella Principessa che su La Dama con l’Ermellino.

 

LA MOSTRA DI LONDRA. La conferma della paternità leonardesca de La Bella Principessa arriva a poco più di un mese dall’inaugurazione, il prossimo 9 novembre, della grande mostra “Leonardo da Vinci: Painter at the Court of Milan, dedicata all’inarrivabile genio toscano dalla National Gallery di Londra. Ma nonostante il clamore della scoperta di Kemp e Cotte il ritratto di Bianca Sforza rimarrà escluso dalla mostra, mentre vi sarà esposto per la prima volta il Cristo Benedicente (Salvator Mundi), perduto e ritrovato recentemente negli Stati Uniti.

 

IL MISTERO DE LA BATTAGLIA DI ANGHIARI. Nel frattempo a Palazzo Vecchio, a Firenze, si continua a cercare soluzione per il mistero de La Battaglia di Anghiari, forse “salvata” da Antonio Vasari, e si spera che le tecnologie di ultima generazione portino finalmente alla luce l’invisibile pittura leonardesca.

Valentina Severin

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