Sciopero del 6 maggio 2011 – visto con gli occhi di un precario

07-05-2011

Sciopero del 6 maggio 2011 – visto con gli occhi di un precario

Ieri, 6 maggio 2011, è stato indetto uno sciopero generale che coinvolge trasporti, banche, scuole e molte altre istituzioni pubbliche. La Cgil ne auspica la piena riuscita.

 

Anche Milano è scesa in piazza. Un lungo corteo ha unito Porta Venezia, piazza Cinque Giornate e piazza del Duomo. Guidato dal segretario della Camera del lavoro di Milano, Onorio Rosati, il corteo è partito nella mattinata dai Bastioni di Porta Venezia. Ha percorso la circonvallazione fino a piazza Cinque Giornate per celebrare la nota insurrezione popolare del 1848 nel 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, passando poi davanti a Palazzo di Giustizia per ricordare i magistrati uccisi dalla mafia e dal terrorismo e concludersi in piazza Duomo con un grande assembramento.

 

La Cgil non ha voluto fornire una cifra ufficiale della partecipazione, ma in molti hanno affermato che in piazza sono scese oltre 50.000 persone. Fra le categorie più presenti, oltre a quella dei metalmeccanici, anche i dipendenti del commercio e della distribuzione, pensionati, operai e tanti studenti.

Tante sono le battaglie che in questa giornata hanno trovato un momento di rivendicazione collettiva: più diritti per i lavoratori e misure urgenti contro la crisi, contro il precariato e per il futuro dei giovani, dignità alle donne, difesa dei beni comuni a partire dall’acqua, le rinnovabili, la democrazia e la pace. Tante battaglie tutte mosse da un’unica grande speranza: cambiare si può e cambiare si deve.

 

Una testimonianza diretta

Io stessa, come docente precaria, ho aderito allo sciopero e non mi sono presentata al lavoro. E con me la stragrande maggioranza dei miei colleghi, siano essi di ruolo o precari. Siamo stati così tanti ad aderire, che il preside ieri ha fatto passare una circolare per avvisare le famiglie che oggi la scuola sarebbe stata chiusa. E so che lo stesso è accaduto anche in altre scuole oltre alla mia.

Sono consapevole io per prima che non si possono tenere più di duecento studenti – per di più minorenni – sotto la responsabilità di soli tre o quattro docenti. Infatti anche il personale ATA ha incrociato le braccia ed è sceso in piazza. Tuttavia, a mio avviso, chiudere la scuola in parte vanifica la nostra adesione allo sciopero: per le famiglie – e soprattutto per gli studenti – è stato un giorno in più di vacanza.

Vorrei sapere se tutto ciò porterà a una svolta e a un cambiamento che, sebbene piccolo, possa significare qualcosa. Poco fa al telegiornale ho seguito un servizio secondo cui la Gelmini avrebbe annunciato che a settembre 68.000 docenti precari entreranno di ruolo. Sono solo parole vuote? Il tempo e la pazienza ce lo dimostreranno, ma preferisco non essere troppo fiduciosa o ottimista.

Francesca Numerati

 

Cosa ti piace?

cosa ne pensi?