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Stupro in Congo: violenza 1152 al giorno, 48 ogni ora

20-05-2011

Stupro in Congo: violenza 1152 al giorno, 48 ogni ora

Gli stupri in Congo sono 1152 al giorno. 48 ogni ora. Questo è  l’agghiacciante dato rilevato da uno studio effettuato della rivista statunitense “The American Journal of Public Health”. L’indagine è stata condotta nell’arco di dodici mesi, dal 2006 al 2007, su un campione di 10.000 donne incrociando poi questi dati con il totale della popolazione congolese (55.225.478). Nell’arco dei dodici mesi di fatto sono state violentate più di 400.000 donne. Dati che si distanziano tantissimo da quelli emersi da una stima delle Nazioni Unite che indicava gli stupri in circa 16.000 l’anno.

 

GUERRA INFINITA. Per secoli terra di conquista europea e colonia Belga per 50 anni, nel 1960 il Congo ottiene l’indipendenza, ma ugualmente per anni è stata vittima di feroci dittatori. Nel 1998 nel Congo gli scontri tra fazioni e la guerra che ha visto combattersi sul territorio congolese gli eserciti regolari di ben sei Paesi per il controllo dei ricchi giacimenti di diamanti, oro e coltan del Congo orientale, hanno causato  almeno 350.000le vittime, 2 milioni e mezzo contando anche i morti per carestie e malattie causate dal conflitto.

 

La Repubblica Democratica del Congo ancora oggi continua a vivere un clima particolarmente instabile. Nelle province orientali si registara la presenza di bande armate e milizie non governative, di ex militari e di gruppi tribali. E le razzie come i massacri dei civili sono all’ordine del giorno. In aggiunta alle violenze, moltissime sono le vittime dovute alla malnutrizione e al collasso delle strutture sanitarie.

 

UN CLIMA DI VIOLENZA.È in questo contesto che si inquadrano le violenze sulle donne una volta soprattutto per mano dei miliziani dai ribelli e delle bande provenienti da altri Stati africani dell’area, i quali usavano la violenza su donne e ragazze proprio per creare un clima di terrore e aggravando purtroppo anche la già tremenda piaga dell’Hiv. Ma il problema si estende anche oltre l’area interessata dal conflitto. Infatti se nel Nord Kivu, la provincia più colpita dalla guerra, 67 donne su 1000 sono state stuprate almeno una volta, nella provincia di Equateur (lontana dalle zone di guerra) le donne stuprate sono 65 su 1000.  Per fare un paragone che renda l’idea dell’incremento basta confrontare le cifre con la media nazionale che è di 29 su 1000 oppure ancora con i dati riguardanti gli stupri negli Stati Uniti che si aggirano intorno allo 0,5 su 1000 donne. Ci accorgiamo così ancora meglio dell’orrore congolese. Il direttore dell’Harvard Humanitarian Initiative“, Mr Michael VanRooyen commenta così questa realtà: “le violenze sessuali nella Repubblica del Congo si sono diffuse come metastasi in un generale clima di impunità e si stanno imponendo come una delle peggiori crisi umanitarie del nostro tempo”.

 

IMPUNITÀ E DIFFUSIONE DEL FENOMENO. Impunità generale ed indifferenza da parte delle autorità locali sono la principale causa dell’aumento degli stupri. Non solo. Le donne violentate devono subire anche ritorsioni da parte delle proprie famiglie che le accusano di esser esse stesse causa dell’aggressione e quindi vengono cacciate dalle proprie case e dal proprio villaggio. Per evitare questo trattamento quindi molte donne evitano di denunciare la violenza subita. La situazione si complica ulterioremente per queste donne quando la violenza è perpetrata tra le mura domestiche, infatti il 60% delle donne subisce violenza dal proprio compagno. Ormai quasi un’abitudine lo stupro che i miliziani commettono fuori e dentro casa. Convivere col proprio carnefice, senza possibilità di ribellione per paura di ritorsioni, questa la terribile quotidianità di tante donne congolesi.

 

IL GOVERNO DEL CONGO FINGE DI NON CAPIRE. Il portavoce del governo congolese Lambert Mende commentando per la Bbc i risultati dello studio statunitense ha affermato che il numero degli stupri risultano superiori al passato perchè maggiore è la presenza sul territorio di giudici e polizia. Come dire che ora è più agevole denunciarli. Decisamente triste come conclusione che denota ancor più l’assoluto disinteresse nei confronti della sofferenza delle donne congolesi. Paola Totaro

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