Attualità e Cronaca Rosa

Slut Walk a Toronto, la marcia delle donne contro i pregiudizi della società

01-06-2011

Slut Walk a Toronto, la marcia delle donne contro i pregiudizi della società

Si chiama Slut Walk ed è la nuova protesta femminile che sta facendo il giro del mondo, nata a Toronto i primi di aprile dopo che Michael Sanguinetti, di professione poliziotto, aveva detto in un incontro con gli studenti di legge alla York University “se le donne la smettessero di vestirsi come puttane avremmo meno vittime di stupri in giro”. Questa frase pregna di ignoranza, pregiudizio e sottile razzismo è molto frequente anche nelle discussioni quotidiane del perbenismo italiano o di una certa fascia di neo-bigottismo che pare emergere sempre di più dalla cultura popolare nostrana.

 

Questa dichiarazione ha spinto migliaia di donne americane, australiane ed europee ad unirsi in una marcia (slut walk vuol dire marcia delle puttane) per protestare contro il pregiudizio che se una donna è vittima di violenza, in fondo, è colpa sua, perché si veste in modo provocante, perché è sessualmente attiva, perché se l’è cercata.

 

A rendere questa dichiarazione ancora più stupida e dannosa per l’humus culturale americano forse il fatto che Michael Sanguinetti sia proprio un poliziotto: spesso le violenze e gli stupri vengono taciuti per vergogna, quindi sapere che questo è il pensiero di un uomo che amministra la giustizia renderà la denuncia ancora più difficile.

 

La protesta sta girando il mondo: il 10 aprile si è svolta a Londra, il 23 a Dallas, il 7 maggio a Boston il 15 a Vancouver, si stanno preparando anche Seattle e Adelaide, il 30 maggio circa 3.000 persone hanno manifestato nel centro di Melbourn, già programmate le proteste australiane, il 4 giugno a Canberra e il 13 a Sidney.

 

SE PENSI CHE QUESTO NON SIA DI TUO INTERESSE – Se pensate che sia qualcosa che non ci riguarda da vicino, in una sentenza di tribunale italiano, una donna non è stata considerata vittima dello stupro perché indossava dei jeans, troppo difficili da togliere.

Scenderemo anche noi in piazza per rivendicare il diritto di vestirci come vogliamo?


 

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