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Procreazione assistita – Limite d’età per la donna: 43 anni. Regioni tagliano le spese

21-09-2011

Procreazione assistita – Limite d’età per la donna: 43 anni. Regioni tagliano le spese

Un limite d’età per i tentativi di avere un figlio con la procreazione assistita. Proposta delle Regioni: 43 anni.

POLEMICHE. È di questi giorni la polemica per i casi di mamme-nonne come quello dei genitori ai quali è stata tolta la figlia dal Tribunale. Ora anche le Regioni stanno analizzando la problematica ed hanno in cantiere cambiamenti significativi nel campo della procreazione assistita. L’intento è principalmente stabilire un limite d’età entro il quale la donna può ricorrervi limitando essenzialmente la possibilità di rimborso di queste tecniche da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Un progetto in tal senso è stato elaborato da un pool di tecnici interregionale i quali hanno stabilito il limite d’età per la donna di 42 anni 11 mesi e 29 giorni. Ora spetterà agli Assessori alla Sanità delle varie regioni vagliare la proposta.

 
UNIFORMARE I CRITERI. Stefano Marson, del coordinamento tecnico interregionale, commissione Salute, spiega l’iniziativa: “L’idea è di uniformare i criteri di accesso in tutte le Regioni, perché ora alcune hanno posto dei limiti e altre no“. Ad esempio infatti in Veneto il limite è di 50 anni per le donne e di 65 per gli uomini; in Toscana è di 42 anni meno un giorno.

Nel redigere il documento i tecnici hanno ripreso anche alcune linee guida della legge 40 come il limite d’accesso a donne anche più giovani dei 42 anni ma con diabete oppure un indice di massa corporea eccessivo o troppo basso. Ogni regione potrà stabilire poi se le coppie dovranno contribuire o meno alla spesa.

 

GLI SPECIALISTI NON CONCORDANO. Il codice deontologico dell’ordine dei medici, in realtà già prevede il divieto di attuare pratiche di fecondazione assistita in donne in menopausa non precoce. Ma, secondo alcuni specialisti, come Luca Gianaroli, presidente del Sismer (Società italiana studi medicina della riproduzione) il limite d’età viene imposto semplicemente per motivi economici e di riduzione delle spese sanitarie. Gianaroli afferma anche che la selezione debba avvenire non per motivi meramente anagrafici per valutando i parametri come il dosaggio ormonale dell’fsh e dell’amh, la regolarità dei cicli mestruali, il peso della paziente e la sua storia clinica.

Fino al 2004 quando ancora era possibile la fecondazione eterologa (da donatore) il limite era fissato a 46 anni avendo preso come riferimento l’età massima per il parto naturale che è fissata a 47 anni.

 
ALTRI ASPETTI DA DEFINIRE. Ora il tavolo tecnico dovrà occuparsi anche di aspetti meno importanti ma pur sempre cruciali, come le tariffe di rimborso alle strutture che si occupano di procreazione assistita ed il numero di trattamenti rimborsabili per ciascuna paziente.
DATI. Secondo i dati Istat, le mamme in età avanzata non sono così rare: ogni anno in Italia nascono 1200 bambini da donne di età compresa tra 45 e 50 anni.
Il motivo di questi cambiamenti per le Regioni è prettamente di tipo economico, ma era sicuramente necessario intervenire in un ambito così delicato. Dal punto di vista del figlio non è sicuramente una cosa positiva nascere da genitori così in là negli anni.
Paola Totaro

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