Attualità e Cronaca Rosa

Cesare Battisti – Visto Brasiliano: Richiesto annullamento

16-10-2011

Cesare Battisti – Visto Brasiliano: Richiesto annullamento

In forse il permesso di rimanere in Brasile per l’ex terrorista Cesare Battisti. Non verrebbe comunque estradato in Italia.

 

ANNULLAMENTO DEL VISTO. La Procura Federale di Brasilia ha chiesto l’annullamento del visto di permanenza in Brasile di Cesare Battisti e il suo trasferimento non in Italia, dove è stato condannato al carcere, ma in altri Paesi dove l’ex terrorista viveva prima di arrivare nel Paese latinoamericano, e cioè la Francia o il Messico. Lo riferisce il giornale OGlobo.

Il procuratore Helio Heringer ha motivato la richiesta in quanto illegale la concessione di visto ad uno straniero condannato o processato per un reato in altro Paese. Il procuratore ha deciso di presentare azione civile pubblica all’organo del Ministero della Giustizia Brasiliano che in agosto aveva concesso il visto permanente a Battisti. Nell’azione civile è richiesta inoltre l’espulsione inmediata dal Brasile verso un paese, come il Messico o la Francia da cui proveniva, o altro paese che accettasse di riceverlo, ma non in Italia dove è stato condannato per terrorsmo e per quattro omicidi ed andrebbe in carcere.

 

ESTRADIZIONE. Il procuratore che ha presentato l’istanza ha sottolineato che non è in ballo la richiesta di estradizione effettuata dall’Italia non concessa dall’ex presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva. Ma l’atto di riferimento è la sentenza della Corte suprema brasiliana che definì reati “comuni” e non “politici” i crimini per i quali è stato condannato in Italia. E quindi per questo motivo non avrebbe potuto di godere della protezione come perseguitato politico. Infatti Heringer ha dichiarato che “il visto non andava concesso” ed in qualsiasi caso l’importante sarebbe non estradarlo verso l’Italia, per non mettere in discussione la decisione di Lula.  

 

IL TRIBUNALE FEDERALE. Marco Aurelio Mello, il giudice dello Stf di Brasilia (Supremo Tribunale Federale) si è però espresso in modo concrario: ” Non credo che Cesare Battisti possa essere sottoposto ad una nuova via crucis“, “Di certo lui resta in Brasile per una decisione sovrana – ha detto Mello – e ha bisogno di documenti per restarvici. Quali saranno i documenti? Se la procura della repubblica ne indicherà un altro, tutto bene. Ma se non lo indicherà è il Visto“.

 

LA VICENDA BATTISTI. Condannato nel nostro Paese a due ergastoli per quattro omicidi che dice di non aver commesso (anche quello del gioielliere Pierluigi Torregiani, nel 1979), Battisti fuggì dall’Italia il 4 ottobre 1981: evase e andò in Francia. Poi in Messico, per tornare a Parigi nel 1990 dove visse da traduttore e scrittore grazie alla «dottrina Mitterrand» che garantiva asilo politico ai condannati per «atti di natura violenta ma d’ ispirazione politica». Nel 2004 Battisti approdò in Brasile dove tre anni dopo fu localizzato e rinchiuso nel carcere di Brasilia fino a gennaio del 2009 quando l’ allora ministro della giustizia Tarso Genro gli concesse lo status di rifugiato politico, circostanza che impedì all’Italia la richiesta dell’ estradizione. Sullo status di rifugiato si aprì un duro scontro fra l’Italia e il Brasile. Una disputa politica e diplomatica che finì con la decisione del presidente della Repubblica Lula nell’ ultimo giorno del suo mandato: riconobbe a Battisti il mantenimento dello status di rifugiato. Poi la sentenza della Suprema Corte: crimini comuni, non politici, scarcerato e non estradabile in Italia.

Paola Totaro

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