Attualità e Cronaca Rosa

Rissa tra parlamentari. Antipolitica alla Camera dei Deputati

27-10-2011

Rissa tra parlamentari. Antipolitica alla Camera dei Deputati

Spettacolo di cattivo gusto ieri alla Camera: rissa e parole grosse tra Onorevoli… che di onorevole ben poco hanno.

 

ANTIPOLITICA. Che la classe politica italiana non goda di grande stima, per usare un eufemismo, è abbastanza evidente a chiunque non abbia intenzione di chiudere gli occhi sulla realtà. La cosiddetta “antipolitica” ha negli ultimi tempi preso sin troppo piede, esagerando a volte nella critica, pur non ingiustificata, alla cosiddetta casta”, quella dei politici, ed in particolare dei Parlamentari. Come si diceva, spesso si è giunti ad estremi eccessivi nella critica alla politica parlamentare, quale fossa essa sola il male che affligge il nostro Paese. Giornate come quella del 26 ottobre 2011, però, non aiutato certo chi si sforza di opporsi a questa ondata sempre più montante di disprezzo ed ora, ed è anche peggio, di indifferenza nei confronti dei politici. Cosa è successo il 26 ottobre a Palazzo Montecitorio? Di tutto, potremmo dire.

 

“ORDINE DEI LAVORI”. Andiamo con ordine. La Camera dei Deputati soffre da tempo di crisi di instabilità. Il Governo, infatti, non è numericamente sicuro della sua maggioranza e tende a rinviare i provvedimenti più importanti, lasciando sempre più spazio a mozioni, interrogazioni, discussioni varie non particolarmente significative, anche se mai da disprezzare. E i dibattiti politici si concentrano tutti nelle fasi dette tecnicamente “ordine dei lavori”. In questi momenti i Deputati sono liberi di intervenire praticamente su tutto, chiedendo interventi del Governo, criticando avversari politici, sottolineando questioni che stanno a cuore ai cittadini (o ad alcuni di questi), commemorando personaggi scomparsi, o, soprattutto, intervenendo sulla situazione politica del momento. E questo è quanto accaduto nella mattinata di mercoledì 26; dopo una serie di interventi soporiferi su vari argomenti, infatti, si è alzato il Presidente del Gruppo della Lega Nord Reguzzoni, chiedendo la parola.

 

LEGA. Quando interviene un Presidente di Gruppo, e soprattutto quando questo Presidente è il rappresentante del partito che di fatto regge il Governo, l’attenzione e la tensione si accendono immediatamente. Reguzzoni non ci mette molto a far capire l’aria che tira: prende spunto da un intervento – oggettivamente un po’ demagogico – di Gianfranco Fini in una trasmissione televisiva (dove il leader di Futuro e Libertà aveva ricordato che la moglie di Bossi è in pensione dall’età di 39 anni) per attaccare a fondo il ruolo di Fini come Presidente della Camera. Nelle parole di Reguzzoni, infatti, risuonano le critiche che da mesi i partiti di centro-destra muovono a Fini: quelli di non poter esercitare contemporaneamente il ruolo di leader di partito e di garante della Camera dei Deputati. Non è qui il caso di analizzare a fondo la figura del Presidente della Camera, anche prescindendo dalla persona che pro-tempore detiene la carica stessa. Si può discutere se sia giusto o meno fare quello che fa Fini, se vi siano o no precedenti analoghi, se il Presidente della Camera in carica abbia mai mancato ai suoi doveri nell’esercizio delle sue funzioni, e se queste funzioni si limitino al Palazzo di Montecitorio o lo seguano quando varca il portone della Camera. Quello che non si può discutere è che il durissimo intervento di Reguzzoni, che di fatto ha chiesto a Fini di dimettersi, pur ammettendo che non esistono strumenti per obbligarlo, ha provocato l’immediata reazione del Gruppo di Futuro e Libertà (FLI), quello del Presidente della Camera. L’intervento di Italo Bocchino non ha certo tranquillizzato gli animi! Anzi. In pochi secondi si è passati dalle “apostrofi”, come con aulico gergo si esprimono gli Atti Parlamentari, alle mani. I due gruppi, una volta alleati, hanno dato vita ad una vera rissa da stadio, sedata a fatica dai Commessi della Camera, i quali – tra l’altro – non possono fare nulla se non interporsi fisicamente tra i rissosi contendenti. La Presidente di turno Rosy Bindi non ha potuto a questo punto fare altro che scusarsi con gli studenti di una scuola che stavano assistendo alla Seduta e sospendere tutto sin quando la calma non fosse tornata. Le immagini riprese dalle televisioni, e dai telefoni degli stessi Deputati (che a termine di regolamento non potrebbero farlo), testimoniano della veemenza, diciamo così, dello scontro tra i due Gruppi parlamentari. Ripristinata la calma è apparso sullo scranno più alto di Montecitorio un serafico Gianfranco Fini che ha dato la parola a tutti coloro che volevano criticarlo o sostenerlo, per respingere alla fine le accuse e rinviare il seguito dei lavori al pomeriggio.

VIE DI FATTO. Non è certo la prima volta che alla Camera (o al Senato) si passa a vie di fatto. In passato è accaduto anche di peggio, con seggi lanciati, urne di votazione abbattute, veri pugilati, e “apostrofi” alquanto vivaci tra Deputati o Senatori. Diverso è quello che Sciascia definirebbe “contesto”. L’ondata dell’antipolitica di cui si diceva non ha certo bisogno di scene del genere, basate tra l’altro su accuse personali, per esprimere giudizi che, affrettati o meno, contano molto, dato che senza politica non vi è mediazione e quindi il rischio di violenza diventa alto. Ma se la politica non sa essere degna di fede, e, anzi, passa a volgari vie di fatto (tanto da far pensare che il cosiddetto DASPO andrebbe dato non ai tifosi ma ai parlamentari violenti), come meravigliarsi se poi le persone comuni provano solo rabbia e disinteresse per la politica? E tutto questo praticamente in diretta, dato che i mezzi di comunicazione attuali non si spengono alla sospensione della Seduta come accadeva in passato. Un disastro di immagine del genere, ed in coincidenza con uno spaventoso disastro vero quale quello delle alluvioni, era proprio la cosa che non serviva alla classe politica italiana, e, purtroppo, all’Italia.

Federico Smidile

Video della seduta di ieri 26/10/2011 alla Camera:

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