Yara Gambirasio, svolta nelle indagini sull’omicidio grazie alle tracce di Dna
04-11-2011
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A quasi un anno dall’omicidio della giovane ginnasta è stato isolato il ceppo parentale del DNA dell’assassino.
LA STORIA. Yara Gambirasio, giovane ginnasta bergamasca scompare misteriosamente a Brembate il 26 novembre 2011.
La ragazzine è sparita all’uscita dalla palestra ed i genitori non vedendola ricancasare per cena danno l’allarme.
Da quel 26 novembre iniziano le ricerche che coinvolgono poliziotti, carabinieri, protezione civile e volontari perchè Brembate è un piccolo paese e ci si conosce tutti…Tutti vengono colpiti dalla vicenda perché qualche mese prima era scoppiato il caso Scazzi, quindi non pensando al peggio, ci si aiuta nelle ricerche. I cani molecolari individuano il passaggio della ragazza nel cantiere di Mapello, viene arrestato un tunisino ma subito scarcerato a causa di una traduzione sbagliata. Attimi di suspense e colpi di scena si alternano in questo giallo mentre la famiglia si chiude nel suo dolore.
A febbraio la svolta, il corpo di Yara viene trovato in un campo abbandonato in località Chignolo D’Isola. Scoppiano le polemiche in quanto quel campo era stato setacciato in precedenza e si trova vicino ad una discoteca quindi non si tratta di un posto tanto isolato.
LE ANALISI. Dalle analisi svolte dai RIS e dal medico legale si riesce a stabilire che la giovane ginnasta è morta di freddo, abbandonata in quel campo. Inoltre sui leggins indossati e sulle mutandine vengono trovate tracce biologiche. Da qui si inizia con il prelievo di DNA sia negli abitanti di Brembate (molti si sottopongono volontariamente al test) ed altri prelievi vengono fatti su persone note alle forza dell’ordine per reati contro minori o reati di violenza. Ed è proprio qualche giorno fa che da quelle tracce biologiche si è riuscito ad isolare il ceppo parentale dell’assassino. Gli investigatori non hanno il profilo genetico certo dell’assassino, ma hanno trovato analogie tra uno dei DNA prelevati e quello trovato sul corpo della ragazza. Gli inquirenti sono cauti e in questa fase delicata non vogliono sbilanciarsi. Dal 26 febbraio, giorno in cui è stato ritrovato il corpo, sono stati prelevati ed analizzati circa quattromila profili genetici, in quanto la traccia biologica è l’unica firma che l’assassino ha lasciato sulla scena del delitto.
Ad un anno dalla scomparsa e dalla morte della ragazzina, i genitori cercano verità…quella verità che oggi sembra più vicina.
Francesca Pica
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