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E’ accaduto ad Enna dove, ormai da qualche tempo, si susseguivano rapine che si concludevano con la fuga a bordo di ambulanze. Le indagini, iniziate nel 2009, hanno portato all’arresto della banda e i suoi basisti operanti in tutta Italia grazie anche ad intercettazioni telefoniche e accertamenti bancari.I rapinatori indagati cambiavano spesso le loro schede telefoniche, ma questo non è servito a salvarli. Fondamentale per l’esito positivo delle indagini è stata la collaborazione tra le squadre mobili di Catania, Roma, Reggio Calabria, Ancona, Siena, Cremona e Milano.
Gli investigatori hanno accertato che i frutti di queste rapina venivano poi utilizzate per aiutare le famiglie di colleghi rapinatori precedentemente arrestati. Le 30 rapine accertate, svoltesi in Sicilia, Calabria, Lazio, Marche e Lombardia, hanno fruttato alla banda circa 600 mila euro. La banda contava dunque su più gruppi coordinati da Mario Marino e Giuseppe Cavallaro. Secondo le indagini, al Nord, invece, le rapine erano coordinate da Giorgio Speciale, uomo nato nella provincia di Enna, ma residente da anni a Milano. Egli avrebbe fornito indicazioni sulla zona da rapinare, sulle banche e le vie di fuga. Inoltre, avrebbe fornito anche supporto logistico, oltre ad alloggi per i rapinatori. A far parte della banda anche l’avvocato Elisabetta Pietracci, accusata ora di concorso esterno in associazione a delinquere. Il suo ruolo è stato fondamentale: avvocato difensore della banda, faceva da tramite, trasmettendo messaggi ed informazioni, tra i detenuti e i complici ancora in libertà.
Ora i 22 arrestati si trovano in prigione in attesa di convenire a giudizio.
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