Attualità e Cronaca Rosa

Brescia: Jamina – colpevole di essere bella

18-04-2011

Brescia: Jamina – colpevole di essere bella

Jamina, nome falso per raccontare la sua triste storia, è una giovane ragazza pakistana di 19 anni che vive a Brescia. Studentessa modello, intelligente e rispettosa, Jamina è stata però costretta dalla famiglia islamica, composta dalla madre e da tre fratelli, ad abbandonare la scuola. Il motivo? Colpevole di avere una bellezza magnetica. A causa della prolungata assenza della ragazza, Venerdì  il suo professore di Storia e Italiano, Fabio M., ha dato l’allarme, scrivendo una lettera al quotidiano locale Bresciaoggi. Si temeva una nuova Hina Saleem, ragazza pakistana residente a Brescia, uccisa dai parenti nel 2006. Fortunatamente, la storia di Jamina ha avuto un finale ben diverso.

 

La Questura di Brescia, supportata dal console pakistano  Syed Muhammad Farook, accorso immediatamente da Milano, e dalla Cgil, è riuscita a risolvere rapidamente il caso. Il console ha anche spiegato alla famiglia che, inoltre, voleva spedire Jamina in Pakistan e costringerla al matrimonio con un cugino, che l’amore è un dirittoFarook ha poi aggiunto  <<Il Corano non vieta che la ragazza possa autodeterminarsi e scegliere chi sposare>>. Sono state proprio queste parole ha convincere i fratelli e la madre di Jamina. Al termine della lunga trattativa, la famiglia ha, infatti, accettato il ritorno di Jamina a scuola, promettendo tra l’altro di non costringerla a tornare in Pakistan contro la sua volontà.

 

Secondo gli inquirenti, alla base del caso non vi sarebbe un estremismo religioso, ma bensì arretratezza culturale e difficoltà economica, causata anche dalla morte del padre, avvenuta due anni fa, sul luogo di lavoro. La famiglia non ha però ricevuto nessun risarcimento economico ed era stata consigliata da un legale di sospendere il pagamento del mutuo. Da questa situazione precaria sarebbe poi scaturita l’idea di un ritorno in Pakistan. <<La Cgil prenderà in mano la situazione riguardante il risarcimento>> ha detto Silvia Spera, segretaria del sindacato. Fortunatamente, come raramente accade, per Jamina e la sua famiglia c’è stato un lieto fine. Leggi le altre news

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