Gravidanza, Psicologia

Depressione post-partum – terapia e prevenzione

09-05-2011

Depressione post-partum – terapia e prevenzione

DEPRESSIONE POST PARTUMLa settimana scorsa abbiamo visto cos’è la depressione post-partum e di quali altri disturbi può soffrire una donna, subito dopo il parto. Ora è importante focalizzarsi sulle cause, sulle caratteristiche delle donne più a rischio, su come prevenirla e soprattutto curarla.

 

A CHI PUO’ CAPITARE? – È un disturbo che colpisce sia le mamme più giovani sia quelle più avanti con l’età indipendentemente dal numero dei figli già avuti, dal gruppo etnico di appartenenza, dalla situazione sociale ed economica Sono più esposte le mamme che in passato hanno già avuto disturbi depressivi, quelle che non hanno un supporto familiare, che si trovano a vivere contemporaneamente alla gravidanza momenti stressanti come la perdita di una persona amata, che vivono isolate, in condizioni socio-economiche svantaggiate o con problemi di coppia.

 

Parlando di una vera e propria forma depressiva, dobbiamo anche specificare che quindi non ha un’unica causa ma una serie di fattori: ormonali, fisici (incide non poco la stanchezza dovuta ad insufficienti ore di sonno), sociali (si verifica più frequentemente fra le ragazze madri o fra le donne che non possono beneficiare di un supporto pratico ed emotivo), psicologiche e cognitive (aspettative irrealistiche sulla maternità).

 

La PREVENZIONE è importantissima soprattutto perchè troppo spesso questo disturbo non è riconosciuto nè dalla mamma nè dalla famiglia ed ancora oggi solo nel 20-25% dei casi si riceve un trattamento appropriato. Tale situazione è dovuta alla forma stessa del disturbo: la sintomatologia è causa di sensi di colpa e di vergogna che portano la madre a chiudersi in se stessa e ad erigere una barriera che la isola dal resto del mondo. Il motivo per cui spesso la famiglia è totalmente ignara! Innanzitutto la prima forma di prevenzione è fatta da comprensione e sostegno tali da riconoscere il parto come un’esperienza emotiva molto forte, sia nell’espressione della gioia che nell’espressione di preoccupazioni, paure ed ansie. E’ un vero e proprio shock che necessita quindi di un periodo di adattamento psichico e pratico in cui precedenti punti fissi, ora destabilizzati, devono trovare modalità e tempi di rielaborazione e riorganizzazione.

 

La donna ha bisogno quindi di avere accanto figure che entrino in sintonia con i suoi stati d’animo e che comprendano il suo indiscutibile bisogno di essere sostenuta e contenuta affettivamente anche quando il pensiero di essere una cattiva madre ha, erroneamente, il sopravvento. Lo stesso ginecologo ed il medico di famiglia devono fungere da “sentinelle” perchè l’informazione permette di riconoscere la depressione post-partum e di affrontarne i sintomi adeguatamente così da giungere ad un decorso rapido e senza conseguenze gravi.

 

I familiari ma anche la donna che ne soffre, devono quindi avere l’abitudine alla comunicazione ed all’apertura agli altri così da trasmettere, all’occorrenza, il bisogno di aiuto e di comprensione. L’obiettivo finale è quello di condurre la donna alla piena accettazione del proprio ruolo di madre e favorire la relazione affettiva con la creatura che ha generato. La prevenzione deve essere seguita dal passaggio ad una cura tempestiva perchè tutti i sintomi sono temporanei e curabili, quindi la depressione post-partum si può sia prevenire che curare!

 

Sottovalutare la gravità della situazione può portare a conseguenze a lungo termine sia sulla vita della donna, sia su quella del neonato ma anche sulla relazione padre/madre. Inizialmente vanno individuati subito i sintomi, poi ci si deve affidare a specialisti ed il trattamento dipende dalla gravità della sintomatologia e dalle condizioni fisiche quindi può essere molto vario ma è vivamente consigliato un percorso di psicoterapia mirato che coinvolga la mamma ma anche la famiglia allargata. In un secondo momento si può anche scegliere di partecipare ad un gruppo di auto-aiuto che completi il percorso, supporti emozionalmente e fornisca informazione ed educazione sui disturbi legati a depressione e ansia.

 

Concludo riportando la riflessione di Antonio Picano, presidente dell’Associazione Strade Onlus e responsabile del progetto ‘Rebecca’ per la prevenzione e il trattamento della depressione in gravidanza e nel puerperio:

 

“La donna affetta da depressione post partum non può essere trattata come una qualsiasi criminale. L’impulso di eliminare il proprio figlio è un sintomo tipico e ben conosciuto. Si tratta di una forza estranea alla volontà della persona, contro la quale la donna depressa lotta strenuamente e di cui si vergogna profondamente


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Dott.ssa Cristina Colantuono
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