Emergenza rifiuti in Campania: Quarto, Pozzuoli e Monteruscello in ginocchio
16-05-2011
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CAMPANIA – EMERGENZA RIFIUTI SENZA FINE – Il Prefetto di Napoli De Martino ha dovuto convocare anche l‘Esercito per elaborare insieme ai Comuni le Province e la Regione un piano operativo idoneo ad affrontare la drammatica situazione dei rifiuti in Campania. E’ stata presa la decisione di riaprire l’impianto per la discarica rifiuti di Caivano, oltre quelli di Giugliano e Tufino, i quali riceveranno quasi esclusivamente materiale del Comune di Napoli per circa 400 tonnellate al giorno. Oltre Napoli i comuni con la maggiore quantità di rifiuti e che vedranno in questi giorni in azione l’esercito saranno Quarto, Pozzuoli e Monteruscello.
L’operazione si è resa ancora più urgente vista la presenza di veri e propri blocchi stradali causati dalle tonnellate di rifiuti presenti. La situazione ormai è desolante. I cittadini napoletani e delle zone interessate dall’emergenza rifiuti ormai sono disillusi e sconsolati. E ancor più che sull’aspetto del decoro ed ordine nelle proprie città, fattori che pur sono importanti, si interrogano sui rischi alla salute che il persistere dei rifiuti sotto casa possa causare. E’ trapelata la notizia in questi giorni di avvenuto rinvio a giudizio da parte della Procura di Napoli di 30 persone accusate di epidemia colposa, al termine dell’indagine riferita alla passata emergenza, quella tra il 2007/2008. Tra i rinviati a giudizio anche il Sindaco Rosa Russo Iervolino.
L’ inchiesta pare abbia accertato che in occasione di quell’emergenza si sia riscontrata un’epidemia grastroenterica su tutto il territorio interessato all’accumulo dei rifiuti nelle strade. La Iervolino minimizza. Eppure i periti nominati dal Pubblico Ministero hanno riscontrato nel periodo tra il novembre 2007 ed il gennaio 2008 a seguito di tale epidemia, un boom di vendite di farmaci per la cura appunto di malattile intestinali e cutanee nella provincia di Napoli. Aumento il quale non è stato riscontrato nella provincia di Salerno.
CAUSE E SOLUZIONI. L’inizio della terribile odissea dei rifiuti napoletani è databile ai primi anni novanta. La commistione tra politica e camorra ha determinato una situazione che ha impedito di provvedere alla realizzazione di un piano rifiuti articolato ed efficace che non rimandasse alle soluzioni d’emergenza. Anni di potere camorristico in questo campo hanno finito per ridurre vasti territori campani a discariche abusive. In alcune zone basta rimuovere un po’ di terra per trovare rifiuti di ogni tipo, anche molto pericolosi. Non ci si deve stupire quindi se ora gli abitanti di quelle zone si ribellino a nuove discariche. Allo stesso tempo sarebbe importante che i cittadini campani interessati dall’emergenza rifiuti collaborassero più attivamente affinché la raccolta differenziata possa finalmente decollare. È stato calcolato che se questo tipo di raccolta raggiungesse il 35%, invece dello scarso 10% attuale a Napoli, basterebbe il solo inceneritore di Acerra per trattare tutti i rifiuti della Campania. Un dato sul quale riflettere e che ci deve spingere tutti a fare un salto di qualità civile, per noi ma soprattutto per i nostri figli.
Paola Totaro
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