Famiglia, Figli, Psicologia

Adolescenti: la grande crisi interiore

10-06-2011

Adolescenti: la grande crisi interiore

LA MENTE ED IL CORPO CAMBIANO. È difficile sentirsi a proprio agio quando si è destabilizzati da un corpo che cambia e da un’identità che vacilla, quando c’è nostalgia dell’infanzia e allo stesso tempo la voglia di essere un adulto; ecco perché l’adolescenza è una vera e propria crisi dovuta ad un senso interiore di indefinito di essere né carne né pesce.

 

L’adolescenza è una bella età, piena di nuove scoperte e di tante “prime volte” ma nello stesso tempo è anche un periodo difficile e carico di tensioni; si è infatti chiamati ad affrontare svariati compiti che suscitano preoccupazioni e richiedono molto impegno. La tempesta ormonale che assale il corpo e la mente dell’adolescente scombina gli equilibri e crea un vero e proprio sconvolgimento: cambia il rapporto tra pensiero ed emozioni e il lavoro mentale del giovane diventa intenso, non smette mai; durante questa fase della vita, si incomincia anche ad avere capacità di pianificazione e di decisione sempre più complesse, per affrontare le richieste via via più impegnative che si incontrano.

 

Tanti cambiamenti e molto ravvicinati, fatti di scelte in diversi ambiti (scolastico, religioso, affettivo, politico, etc) che necessitano quindi di tempo per essere assimilati perché creano una vera e propria nuova immagine di sé. Tutto ciò, però, è spesso fonte di paura e di ansia: le novità, anche se entusiasmanti, provocano preoccupazione e tristezza.

 

Anche il rapporto con la fisicità è difficile: molti adolescenti non amano il proprio corpo e non sono a proprio agio con esso; questo malessere può portare al rifiuto completo o ad un vero e proprio odio sia per il corpo nel suo insieme, che per una delle sue parti: la linea, il peso, la statura possono essere oggetto di critiche, che spesso assumono un carattere ossessivo e mestruazioni e prime eiaculazioni possono apparire come eventi traumatici. Inoltre, l’adolescente si vede costretto ad accettare un fisico che non ha scelto. Un corpo in mutazione che sfugge al suo controllo ed il ragazzo è costretto ad assistere, impotente, alle sue trasformazioni.

 

DISTACCO DAI GENITORI. La tanto agognata maturità si raggiunge con l’autonomia e l’indipendenza: al giorno d’oggi molti giovani adulti non sono ancora autonomi perché manca il lavoro, vivono in famiglia e dipendono quasi totalmente dai loro genitori; faticano a lasciare il nido perché ancora non sanno dove andare e che cosa fare. In questo contesto vengono a collocarsi tutti quei fenomeni di disagio che hanno delle connessioni con l’insicurezza e la paura del futuro e qualche volta possono produrre effetti patologici ma anche no perché gran parte degli adolescenti supera questa fase senza sprofondare nella patologia, dimostrando, così, la grande capacità che hanno di adattarsi e di far fronte anche alle situazioni più difficili.

 

L’adolescenza è sicuramente un periodo di crisi: non si può più essere come si era prima, le modificazioni fisiche portano anche mutamenti a livello comportamentale e la pressione psicologica che deriva da tali cambiamenti dà all’adolescenza questa caratteristica di “periodo di crisi”.

 

PASSAGGIO ALL’ETÀ ADULTA. Insomma, la crisi è un decisivo momento di svolta, è un momento di passaggio, una porta che si deve varcare per arrivare alla risoluzione e quindi è salutare perché senza la crisi non ci potrebbero essere l’evoluzione e il cambiamento. Essa ha un significato maturativo perché non rappresenta la patologia ma bensì l’evoluzione; è forse la sua assenza ad essere patologica. Il malessere e le difficoltà sono spesso dovute al passaggio in cui i giovani devono distinguere tra la loro vita passata, sicura e felice dell’infanzia e quella ancora sconosciuta della maturità e decidere cosa fare della loro vita. I turbamenti sono dovuti proprio all’abbandono di uno stato felice e spiegano quindi le forti reazioni psicologiche di rabbia, ansia, depressione, che caratterizzano appunto questo momento delicato.

 

E non mancano gli escamotage! Alcuni ragazzi cercano di restare bambini il più a lungo possibile perché li fa sentire protetti, perché hanno paura di affrontare le nuove responsabilità e si sentono lasciati soli in questa fase critica. I momenti di dubbio, incertezza e malessere, però, in genere, non rappresentano un dramma: gran parte degli adolescenti vivono una crisi che dura qualche anno, ovviamente con momenti più critici di altri, poiché subiscono una mutazione fisica, psicologica e sociale che cambia pian piano il loro modo di essere, l’immagine di sé e la relazione con se stessi, con gli altri e con il mondo circostante.

 

Vorrei poi rispondere ad una domanda che mi pongono spesso i genitori in terapia da me e che sono alle prese con questo momento delicato: “Perchè sembra che mio figlio si diverta a mostrarsi oppositivo e polemico?” La presenza di dinamiche familiari particolari può essere la risposta ma, più genericamente, i comportamenti di opposizione (come per esempio rifiutare coccole e baci dei genitori, dei quali in passato si mostravano tanto bisognosi) nascondono il bisogno dei giovani di crearsi uno spazio privato, chiudersi al mondo adulto e costruirsi un “guscio” protettivo, barricandosi nella loro stanza, con la musica a tutto volume e lasciando la camera in completo caos.

 

Lo sconvolgimento può essere facilmente comprensibile: non potendo agire sugli eventi esterni o sulla propria evoluzione interna, ci si deprime, si va incontro a crisi d’identità e si teme di perdere il controllo della propria vita, il bisogno di essere capiti è la ricerca continua di chiarezza dentro di sé. Il meccanismo che si innesca è questo: l’adolescente deve affrontare la sua identità di prima con la confusione di identità che ha ora, deve cioè superare il suo identificarsi con la fanciullezza trovando un altro modo di relazionarsi agli altri.

 

COME AFFRONTARE LA CRISI? Per superare questa crisi d’identità il segreto è accettare di essere diversi da come si era, sapendo di essere comunque sempre gli stessi; è necessario un sentimento di continuità, avere la consapevolezza di essere sempre se stessi e di sentirsi coerenti riguardo alle esperienze precedenti, nonostante i cambiamenti sperimentati. Ci siamo passati tutti, l’adolescenza è una fase della vita necessaria, in cui tutte le certezze sembrano venir meno e si ricercano all’infinito i punti di riferimento stabili, mettendo alla prova quelli di sempre ribellandosi alle istituzioni e alle regole genitoriali.

 

Arrivare ad una identità definitiva, coerente e separata dagli altri è certamente una meta difficile da raggiungere e l’adolescente, da un lato, stenta ad abbandonare le certezze proprie del mondo infantile, dall’altro, invece, è attratto dal mondo adulto ma allo stesso tempo ne è anche respinto per i suoi tratti ancora sconosciuti ed inquietanti.

 

Il film “Thirteen – 13 anni” è un ottimo spaccato, esaustivo e interessante, sul Pianeta Adolescenti. Ma ricordatevi che seppur difficile, l’adolescenza è un momento che comunque passa, lasciando esperienze ed emozioni indimenticabili! Quindi coraggio! Il lavoro con gli adolescenti è senza dubbio uno di quelli più soddisfacenti per un terapeuta, proprio per la loro capacità di reazione e per l’aria di novità e di entusiasmo che li caratterizza, che seppur nascosti da timori e polemiche, sono sempre presenti nelle sedute di terapia!

 

Ho scritto questo articolo con l’aiuto della collega Dott.ssa Cristina Vannuzzi.
Dott.ssa Cristina Colantuono
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