Attualità e Cronaca Rosa

Giornata Mondiale senza Tabacco: donne, sigarette e seduzione

31-05-2011

Giornata Mondiale senza Tabacco: donne, sigarette e seduzione

Oggi 31 maggio è la Giornata Mondiale senza Tabacco, i dati ci dicono che in Italia è in aumento il numero di fumatori, soprattutto donne e giovani sotto i 15 anni, e che i decessi causati dal fumo sono oltre 80 mila all’anno. Vedete qualcosa di seducente in tutto questo?

 

IL NOSTRO PASSATO – La sigaretta rende la donna più seducente? Sì, lo hanno deciso le grandi multinazionali del tabacco a partire dagli anni ‘20 del secolo scorso, quando fumare era ancora considerata una brutta abitudine maschile. L’emancipazione femminile era alle porte, i primi movimenti femministi iniziavano a farsi strada e i produttori di tabacco non persero tempo nel conquistare l’ampia fetta di mercato che stava emergendo dal nulla: iniziò così una intensa e mirata operazione di marketing che ha accostato gradualmente l’immagine della femme fatale con la sigaretta, fino a farle diventare un’unica convincente icona.

 

Le aziende produttrici di Marlboro, Lucky Strike e Camel misero in campo ogni mezzo possibile per convincere il pubblico femminile che le sigarette potevano cambiare il loro status sociale, rendendole più libere, belle e affascinanti. Il concetto di emancipazione, in particolare, fu strettamente legato alla sigaretta, che era mostrata in pubblico con orgoglio, quale simbolo di disinibizione e indipendenza.

 

Le campagne pubblicitarie inneggiavano alla capacità delle sigarette di rendere le donne più magre e in salute, soprattutto nella versione light, tanto che nel 1927 una decina di giovani debuttanti furono “invitate” a camminare lungo le strade di New York con una sigaretta tra le mani: belle, seducenti e fumatrici. La poderosa impresa delle multinazionali del tabacco non si è fermata però all’inizio del secolo scorso, tanto che in meno di un secolo, la donna seducente con la sigaretta tra le labbra è diventata parte dell’immaginario collettivo. Non solo grazie alle campagne pubblicitarie. Questa immagine è stata suggerita nel corso del tempo in modi più o meno leciti e plateali, basti pensare al fatto che le fumatrici nei film non si contano: Audrey Hepburn, che sfoggia con eleganza la sigaretta in Colazione da Tiffany e Vacanze Romane, Uma Thurman in Pulp Fiction, Renee Zellweger in Il Diario di Bridget Jones, solo per citarne alcune.

 

Più che una campagna pubblicitaria, dunque, quest’operazione è stata una vera e propria manipolazione dell’immagine femminile per meri scopi commerciali. Nonostante le tante campagne e leggi anti-fumo, infatti, la sigaretta è ostentata ancora oggi con orgoglio, trasmette senso di sicurezza e forza, seduzione e sex appeal.

 

È inutile dire che il fumo incide negativamente sulla salute femminile: complicazioni ormonali, riduzione della fertilità, cancro all’utero, complicazioni durante la gravidanza e problemi connessi alla menopausa sono solo alcuni dei rischi cui le fumatrici sono più esposte.  Senza dimenticare i rischi che coinvolgono anche l’universo maschile, legati ai sistemi respiratorio e cardiovascolare e gli effetti dannosi sul cervello.

 

Maria Guarriello

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