Violenza sessuale: arrestato maresciallo dei Carabinieri per abusi sulle detenute
26-06-2011
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A qualche mese dall’arresto del maresciallo dell’Esercito che, dopo aver sedotto tramite facebook una ragazzina di dodici, è stato arrestato con l’accusa di tentato strupro, la stessa sorte è toccata a un altro rappresentante della giustizia. Arrestato a Parabiago, paese alle porte di Milano, il maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Massimo Gatto, accusato di violenza sessuale a danno di sette donne. L’uomo, 47enne originario di Torino, sostituiva da tempo il comandante in carica della stazione, assente per malattia.
LE VITTIME Una giovane ragazza polacca, di soli 19 anni, arrestata per furto di giochi elettronici, tenuta in camera di sicurezza per 48 ore, avrebbe subito ripetute violenze all’interno dei bagni e di altri locali della caserma tra il 15 e il 17 gennaio 2011. Fortunatamente, la giovane ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto. Le indagini coordinate dal procuratore aggiunto di Milano, sono iniziate immediatamente. Da queste è emerso che ben altre sei donne, tra le quali una prostituta, hanno subito, tra il 2004 e oggi, violenze sessuali da parte dell’uomo, forse all’interno della caserma stessa.
NON SOLO DETENUTE Nella lista delle vittime di Gatto ci sono un’italiana, andata in caserma per sporgere una denuncia per furto, un’altra donna che era andata a chiedere aiuto per la sua difficile situazione coniugale, due sorelle che si erano rivolte in tempi diversi ai militari per una denuncia e per la notifica della sospensione della patente, una prostituta romena che sarebbe stata più volte ricattata sessualmente dal maresciallo dopo essere stata fermata per un controllo in strada e di un’altra romena entrata in stazione per denunciare un furto e che poi si sarebbe vista comparire Gatto a casa in borghese.
Venerdì è iniziato l’interrogatorio, all’interno del carcere San Vittore, al maresciallo che ha evitato di rispondere alle domande del Gip. Gatto e’ accusato di violenza sessuale, concussione sessuale e perquisizione arbitraria. Il suo avvocato difensore, Manola Murdolo, si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia del Gip milanese Enrico Manzi.
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