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“I poliziotti hanno usato una violenza sproporzionata ed inaudita contro i manifestati No-Tav“. Questa la drammatica denucia di Fabiano di Berardino un attivista del centro sociale TPO di Bologna giunto in Val di Susa ieri a manifestare contro i lavori della TAV. Parla di vere e proprie torture. Col volto tumefatto, il naso ed il braccio fasciati, gli occhi cerchiati di nero, riesce comunque a raccontare, a mettere in sequenza tutto l’orrore provato ieri.
Questo il terribile racconto. Domenica 3 luglio durante le contestazioni alcuni manifestanti riescono a creare un varco nella recinzione del cantiere. I poliziotti a quel punto decidono una carica. Nella calca Fabiano inciampa e cade. Subito viene circondato da circa dieci poliziotti che prendono a colpirlo con i manganelli, su tutto il corpo. Il ragazzo intando grida e li implora di smettere. Mette una mano sul volto per ripararsi dalla furia ed i poliziotti invece di fermarsi continuano a colpirlo tanto forte da rompergli il braccio usato per schivare i colpi.
Nessuna parte del corpo di Fabiano viene risparmiata dalle botte, neppure i testicoli. A questo punto i poliziotti decidono di portare il ragazzo in un magazzino contenente materiale utilizzato dalle forze dell’ordine. Mentre attraversa il corridoio dell’ingresso Fabiano viene riempito di calci e sputi, poi fatto stendere su un lettino. A quel punto, racconta ancora il ragazzo, ogni poliziotto presente nella stanza comincia a picchiarlo coi manganelli.
Qualcuno decide di prendere un tubo come quelli del gas e lo usa per colpire il ragazzo con inaudita forza sul naso, rompendolo. Nel frattempo c’è chi si diverte a gettargli addosso un bicchiere di urina. Terminate le torture il ragazzo, ancora sulla barella viene riportato fuori e lasciato al sole per circa 3 ore. Finalmente un medico resosi conto delle gravi condizioni del ragazzo chiede che venga trasportato in Ospedale in elicottero. Nelle interminabili ore passate all’esterno del magazzino il ragazzo deve subire anche minacce di ulteriori violenze e di morte rivolte a lui ed agli altri manifestanti.
Ha gli occhi lucidi Fabiano mentre racconta. E parla dell’umiliazione e dell’impotenza provati durante quelle terribili ore di follia. Racconta di tante altre persone picchiate senza motivo. “I poliziotti si divertivano” – conclude il ragazzo – “sembravano compiaciuti da questo orrendo gioco”.
Paola Totaro
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