Melania Rea – Ipotesi complice donna – Attesa per decisione del Gip
17-07-2011
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Dna sotto le unghie di Melania proverebbero la presenza di una donna insieme a Parolisi durante l’omicidio. Attesa per la decisione del Gip di Ascoli Piceno.
AUTOPSIA. L’autopsia sul corpo di Melania sta fornendo moltissime informazioni per ricostruire la sua morte. Le analisi sembrano incastrare definitivamente Salvatore Parolisi ma anche provare il ruolo di una complice femminile. Ormai è certo che Melania sia stata uccisa nel bosco delle Casermette da qualcuno che conosceva: dopo essersi appartata tranquillamente per fare i suoi bisogni (si era abbassata pantaloni e slip volontariamente) è stata aggredita alle spalle. Ha tentato di fuggire ma è stata accoltellata e uccisa. Sembra che Melania non sia stata minacciata, ipotizza l’anatomopatologo che ha effettuato l’autopsia, perché non aveva tracce di pianto (il trucco era intatto). Il gocciolamento del sangue indica che la donna è stata aggredita quando ancora aveva i pantaloni abbassati. L’aggressione si sarebbe svolta in più fasi: prima l’assassino ha tentato di “scannarla” assalendola alle spalle, poi c’è stato un brevissimo inseguimento e infine Melania è stata buttata a terra, ed è stata raggiunta da una serie di colpi a ripetizione inferti con un’arma impugnata nella stessa maniera, e, quindi probabilmente, dalla stessa persona.
BACIO. Una traccia inchioderebbe apparentemente Parolisi. Il dna di Parolisi sulla bocca di Melania (in particolare sulle labbra e sulle gengive) sarebbe state lasciato poco prima che la donna morisse, con un bacio. Se questo contatto tra i due fosse avvenuto tempo prima, il movimento della lingua e della saliva della stessa donna le avrebbe cancellate. Quindi Parolisi deve averla baciata prima della morte.
TENTATIVO DI DEPISTAGGIO. Un altro dettaglio particolare inquietante emerge sempre dalla perizia medico legale sul corpo di Melania. L’assissino (od altra persona) dopo averla uccisa, probabilmente il giorno prima del ritrovamento del corpo, è tornato sul luogo del delitto e per inquinare le prove. La donna infatti è stata colpita con un’arma diversa da quella usata nell’omicidio, non quindi una lama.L’arma usata per uccidere molto probabilmente era già stata fatta sparire. Per far questo l’assassino ha spostato le mani che la povera donna aveva ancora riunite sul petto – per difendersi dai colpi mortali – ed ha colpito ancora il suo cadavere.
DECISIONE DEL GIP. Attesa per la decisione del Giudice per le Indagini Preliminari in merito alla richiesta d’arresto formulata dai pm per Salvatore Parolisi che sta attendendo a casa la notizia.
17/07/2011 – 11.31
Notizia in continuo aggiornamento
Paola Totaro
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