Attualità e Cronaca Rosa

Seppellito dalla madre il Neonato scomparso. “mi è scivolato è morto e l’ho sepolto”

21-07-2011

Seppellito dalla madre il Neonato scomparso. “mi è scivolato è morto e l’ho sepolto”

Queste le agghiaccianti parole della madre del neonato scomparso a Folignano. Lei è Katia Reginella, 24 anni, casalinga, che il 9 maggio scorso ha avuto un bambino che però non si trova più da diversi giorni. Ha dichiarato che il bambino le è <<scivolato mentre lo teneva in braccio>>, in seguito alla caduta sarebbe morto e poi sarebbe stato seppellito. La donna ha anche indicato ai carabinieri il punto in cui trovarlo ma le ricerche non hanno ancora dato nessun esito. Adesso entrambi i genitori sono in stato di fermo per i reati di maltrattamento, abbandono di minore in concorso e occultamento di cadavere.

La coppia era già seguita dai servizi sociali e gli altri figli di 5 e 3 anni sono affidati ad altre famiglie. Nati sani, uno di loro è in sedia a rotelle e l’altro ha seri problemi di vista e ritardi cognitivi, causati anche questi a detta dei genitori da “incidenti domestici”. Si sospettano maltrattamenti che però non sono mai stati accertati.

La donna sarebbe stata fermata dai militari mentre stava tentando una fuga. Adesso il padre è stato trasferito nel carcere di Marino del Tronto ad Ascoli , mentre la madre nel carcere di Castrogno a Teramo, entrambi sono ritenuti responsabili della sparizione del piccolo che i vicini di casa non vedono da oltre un mese. I carabinieri intanto continuano a perlustrare la zona circostante al bosco di Casteltrosino ma del bambino non c’è ancora nessuna traccia.

Si sta cercando un cadavere insomma, e ciò che probabilmente viene più spontaneo chiedersi è se gli assistenti sociali, che per di più già conoscevano il caso, abbiano fatto tutto il possibile per evitare ciò che purtroppo sembra successo.

AGGIORNAMENTO 21/07/2011 ore 20.32

Maggiori dettagli emergono riguardo la coppia arrestata oggi.

MADRE VOLEVA FUGGIRE IN SVIZZERA  Katia Reginella, la mamma di 24 anni del bimbo scomparso, voleva fuggire in Svizzera. È quello che emerge dalle intercettazioni ambientali nell’auto della coppia. In un dialogo captato sembra che i Katia e Denny Pruscino (30 anni) si sarebbero detti: “Finalmente ce ne siamo sbarazzati, siamo davvero due menti criminali“. La donna, poi avrebbe aggiunto: “Adesso io scrivo una lettera in cui fingo di ammazzarmi e invece scappo in Svizzera“. L’avvocato degli accusati, Francesco Ciabattoni, non avendo ancora preso visione degli atti non ha potuto confermare il contenuto delle intercettazioni. Il fermo sembra sia stato necessario proprio per il rischio di fuga

I FIGLI. Ieri il Tribunale dei minori di Ancona ha tolto la patria potestà anche al piccolo Jason, dopo che un analogo provvedimento era stato stabilito anche per gli altri due bambini della coppia, originaria dell’Abruzzo, una femminuccia di 3 anni e un bambino di 5. Il maschietto era rimasto praticamente invalido dopo essere scivolato nella vasca mentre la mamma gli faceva il bagnetto (la versione è della donna); la bambina sarebbe nata con un problema congenito (una stenosi ipertrofica del piloro) che in pratica le impediva di mangiare. L’avvocato della coppia parla di un grande impegno dei genitori nel cercare di risolvere il problema di salute della bambina che poi in effetti è stata operata all’Ospedale Pediatrico Salesi di Ancona. Jason il bimbo scomparso era nato il 9 maggio scorso. Anche nei confronti di questo ultimo figlio il legale parla di comportamento esemplare delle coppia che si erano subito attivati dopo la nascita del bimbo per guarirlo dall’ittero.

SERVIZI SOCIALI. Ma realtà è ben altra. I Servizi Sociali monitorano la famiglia già da molto tempo, conoscendo i precedenti della coppia, ed infatti si sono rivolti alla Procura della Repubblica preoccupati dal fatto che da una ventina di giorni non vedevano il piccolo. Apparentemente si tratta di una coppia “normale”: Pruscino ha un lavoro stabile in un’azienda dell’Ascolano che produce cavi e mantiene la famiglia. “Abitano in una casa dignitosa – afferma il loro avvocato  – Forse la donna presenta “alcune fragilita“.

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Giovanna Di Pietro

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