Killer di Oslo in Tribunale – Folla inferocita. Il mistero delle “due cellule”. Il padre: “Avrebbe dovuto uccidersi”.
25-07-2011
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Una folla inferocita ha accerchiato oggi l’automobile che trasportava il killer in tribunale, battendo le mani sui vetri. L’assassino ha parlato dell’esistenza di «due cellule» che avrebbero avuto un ruolo determinante nell’attuazione degli attentanti.
IL PADRE DEL KILLER. “Non sento di essere suo padre. Come ha potuto andare lì e uccidere così tante persone innocenti, e pensare che tutto è ok? Avrebbe dovuto togliersi la vita anche lui“. Queste le parole di Jens Breivik, il padre dell’autore delle stragi di Oslo e Utoya, che purtroppo non sa capacitarsi dell’accaduto. L’uomo è un ex diplomatico norvegese ora in pensione, vive a Cournanel, un paesino nel sud della Francia. Anche la sua abitazione è stata perquisita. Gli investigatori stanno stanno indagando a livello internazionale per verificare la presenza di eventuali legami tra il killer e gruppi eversivi dell’estrema destra europea. Il padre dell’assassino dice che ormai non ha contatti con lui dal giorno del sedicesimo compleanno del figlio. Sembra sia stato propio Anders a volter troncare i rapporti. “Non abbiamo mai vissuto insieme – ha precisato Jens Breivik -, abbiamo avuto solo qualche contatto quando era bambino. Da piccolo era un ragazzo normale, ma solitario. Non era affatto interessato alla politica“. L’uomo ha sofferto molto nel sentire la notizia. “Leggevo i giornali online, all’improvviso ho visto il suo nome e una fotografia. È stato uno shock scoprirlo, non l’avevo ancora saputo“, ha raccontato al giornale norvegese Vg. E aggiunge: “Dovrò vivere con questa vergogna per il resto della mia vita, la gente mi collegherà sempre a lui”.
PRIMA UDIENZA. Oggi si è svolta la prima udienza del processo a carico di Anders Breivik. È stato confermato l’arresto ed il giudice ha disposto una custodia preventiva di 8 settimane. L’accusa è di “atti terroristici“. Il 32enne si è dichiarato innocente pur avendo ammesso le sue responsabilità. Secondo il suo punto di vista gli atti da lui compiuti erano “necessari” per fermare “l’alleanza marxista-islamica“, ed ha ribadito anche al giudice le proprie convinzioni ideologiche. Ha spiegato inoltre di voler salvare la Norvegia e l’Europa occidentale dal “marxismo culturale“, come ha riferito lo stesso giudice Heger. Il killer ha poi dichiarato di voler mandare “un segnale forte“, accusando il partito laburista al potere di fallimento e di aver permesso “una massiccia importazione” di musulmani, che stanno colonizzando la Norvegia.
LE «DUE CELLULE». Breivik prima dell’inizio dell’udienza ha chiesto che fosse a porte aperte per poter spiegare le sue “ragioni” pubblicamente. Ha inoltre richiesto di poter indossare un’uniforme anche se non ha saputo indicare quale. Il giudice non ha concesso l’udienza pubblica per evitare di dare ulteriore eco alle deliranti teorie dell’uomo che potrebbero essere anche potenziali messaggi in codice per eventuali complici. Gli inquirenti stanno accertando eventuali collegamenti con ambienti di estrema destra. Lo stesso assassino durante l’udienza preliminare avrebbe parlato dell’esistenza di “due cellule” che avrebbero avuto un ruolo determinante nell’attuazione degli attentati.
FOLLA INFEROCITA. Si è ritrovata oggi fuori dal tribunale, dove si sarebbe dovuta celebrare la prima udienza del processo contro il killer, una grade folla. Le persone hanno tentato di bloccare l’auto che trasportava l’assassino battendo le mani sui vetri. La polizia è intervenuta per consentire all’auto di preseguire. A mezzogiorno, l’intera Norvegia – a partire da re Harald e dal premier Jens Stoltenberg – ha osservato un minuto di silenzio in onore delle 93 vittime del duplice attacco. La Casa Reale è stata direttamente nel lutto, infatti fra le vittime vi è anche il fratellastro della principessa Mette Marit, Trond Berntsen. Lo ha reso noto la portavoce del palazzo reale, Marianne Hagen.
LE INDAGINI – Intanto continuano le indagini. La portavoce del procuratore distrettuale di Breslavia (Polonia), Malgorzata Klaus, ha smentito l’arresto di un uomo sospettato di aver venduto online prodotti chimici ad Anders Behring Breivik. La portavoce ha confermato soltanto che “alcune attività giudiziarie sono state effettuate domenica“, senza fornire altri dettagli. Un portavoce della polizia polacca aveva detto alla rete Tvn24 che “già venerdì avevamo ricevuto alcune informazioni e una richiesta di aiuto da parte della polizia norvegese”. Secondo il quotidiano norvegese Dagbladet, il polacco indagato avrebbe venduto a Breivik sostanze chimiche per rendere molto più potente la bomba realizzata con fertilizzanti.
25/07/2011 17.45
AGGIORNAMENTO 20/07/2011 ore 20.00
È stato ridimensionato il numero delle vittime delle stragi di Oslo. La Polizia ha comunicato il bilancio finale che è di 76 vittime. Di queste 68 sono le persone uccise sull’isola di Utoya.
Notizia in continuo aggiornamento
Paola Totaro
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