Attualità e Cronaca Rosa

Cannibale slovacco – Vittime contattate tramite e-mail segreta

29-07-2011

Cannibale slovacco – Vittime contattate tramite e-mail segreta

Emergono particolari riguardo i metodi del cannibale slovacco morto a maggio. E che potrebbe aver ucciso anche una donna italiana.

 

MAIL SEGRETA. Usava una mail segreta e ormai disattivata, il cannibale slovacco Curko Matej: [email protected]. Quella con la quale  avvicinava, conosceva e organizzava gli incontri con le proprie vittime. Probabilmente anche la mail usata per conoscere e contattare la 28enne italiana indicata dalla scampata vittima svizzera, Markus Dubach. Su questo sta indagando la scientifica della polizia anticrimine di Roma.

 

MORTO IN OSPEDALE. Sono trapelate notizie maggiori sulla trappola organizzata per incastrare Curko. Louis Pasteur di Kosice, un 37enne ufficiale della polizia, si è presentato il 10 maggio all’appuntamento con il mostro al posto di Dubach. L’epilogo è stato uno scontro a fuoco. Il poliziotto è rimasto ferito ma se l’è cavata con un proiettile e tre settimane di cure. Curko invece è stato raggiunto da cinque proiettili che non gli hanno lasciato scampo. È morto infatti due giorni dopo, il 12 maggio per le ferite riportate. E con lui se ne sono andati anche i suoi segreti.

 

MODO DI OPERARE. Gli investigatori stanno indirizzando meglio le indagini sulla scomparsa della ragazza in Italia, ricostruendo i metodi del cannibale. Esattamente come prendeva contatto con le proprie vittime consenzienti? Come le incontrava e come consumava la loro carne?

  

DOPPIA VITA. Curko di fatto viveva due “vite parallele“. In quella ufficiale risultava un uomo “ordinario” che sta con la sua famiglia (moglie e due figli) e che lavora come tecnico esperto di computer, come il cannibale tedesco Armin Meiwes. Tra gli hobby quello delle armi. Frequentava infatti un poligono di tiro dove addirittura lo hanno descritto come un “uomo mite“. Infatti l’uomo dava sfogo alla sua folle indole solo col suo avatar digitale Kanibm“, indole che gli esperti definiscono riconducibile alla psiche di un cannibale “moderno“. Che compie cioè i propri crimini unendo, come in un cocktail letale, il sadismo ed il masochismo. Una sorta di suicidio rituale programmato che condivideva con le sue vittime e che come conclusione prevedeva il cibarsi delle loro carni.

 

RAGAZZE SEPOLTE. L’ufficiale della polizia slovacca Jaroslav Spisiak ha condotto le indagini sul caso. Gli elementi certi emersi finora riguardano il ritrovamento, il 17 maggio scorso, grazie alle tracce nel pc di Curkodei corpi di due ragazze sepolte nella foresta di Kysak nei pressi di Sokol. Gli esami autoptici hanno potuto confermare che le parti mancanti ai cadaveri corrispondono a quelle cotte e fotografate dal cannibale, foto che teneva ordinatamente nell’archivio dei propri crimini. Una delle due donne era nuda. Probabilmente il loro viso era deturpato in quanto il loro riconoscimento ufficiale è potuto avvenire solo con l’esame del Dna. Le donne ritrovate erano scomparse nel 2010, ma con loro l’uomo aveva parlato di vittime precedenti: è possibile quindi che l’uomo abbia ucciso almeno dal 2009. Un particolare importante quello della data perché il provider Volny, come tutti gli altri, archivia le e-mail solo per un certo lasso di tempo. Dunque l’assenza di una corrispondenza digitale con la presunta vittima italiana potrebbe essere dovuta a questo tipo di archiviazione. Nulla di certo riguardo il rituale con il quale veniva consumato il pasto: la polizia slovacca ha trovato nella foresta di Kysak un altare cerimoniale. Potrebbe essere il luogo dove il cannibale uccideva le vittime. È possibile che sopprimesse subito le vittime e questo sarebbe provato dal fatto che l’uomo aveva con sé un arma quando si è presentato all’appuntamento/trappola con lo svizzero. Prima di seppellirle probabilmente asportava dai loro corpi le parti che poi avrebbe consumato. In questo quindi si distinguerebbe dal cannibale tedesco Meiwes che in numerose interviste e nel suo libro, ha sempre parlato di “banchetti condivisi con la vittima“. Forse gli è mancato il coraggio di raggiungere l’estrema conseguenza della sua follia.

 

Paola Totaro

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