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ROMA – uccide lo stalker della figlia con una vera e propria esecuzione.
<<Era l’ossessione della vita mia. Entrava in casa mia e mi diceva: a purce, non esisti. E poi mi menava sempre, calci, pugni, ceffoni, manco fossi un pupazzo. Ora me so liberato“. Questa la confessione di di Carlo Nanni, 63 anni, che nella notte fra sabato e domenica ha ucciso lo stalker della figlia, Stefano Suriano. La coppia era stata insieme fino al 2008. Era “un rapporto malato fatto di amore ed odio, il loro. Lui la picchiava di continuo, l’ha pure sfregiata in faccia – racconta una vicina di casa – ma poi, come avviene in questi casi, tornavano sempre insieme. Per settimane la donna era costretta a rimanere in casa per non mostrare i lividi che aveva sul viso e sulle braccia“. Nella zona popolare di Casale Caletto, nel quartiere di Tor Cervara, non si usa chiamare la polizia. “I problemi ce li risolviamo fra di noi, specie se si tratta di violenze contro donne e bambini >>.
Per quasi tre anni, la famiglia Nanni ha dovuto sopportare umiliazioni, minacce e violenze fisiche. Suriano se la prendeva principalmente con la sorella della ex fidanzata, che lui riteneva diretta responsabile della loro separazione. A Carlo Nanni aveva rotto il naso e le costole in precedenti sfuriate. “A zeri! A mentecatti! non ve rendete conto di chi è Suriano Stefano. Non ve faccio campà più“. Erano queste di solito le frasi tipiche dell’uomo, urlate dalla strada verso l’abitazione della ex compagna. Ma sabato sera, la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Suriano è arrivato di corsa alla festa dei caseggiati popolari sgommando con la macchina, minacciando e spintonando i figli della ex cognata, di 4 e 11 anni. A quel punto Nanni non ci ha visto più. Con altri tre complici, attualmente ricercati, ha rubato un’auto e ha seguito l’uomo fino ad una stazione di servizio Q8 in via Tiburtina. Lì è avvenuta l’esecuzione.
I quattro uomini sono accusati di omicidio preterintenzionale. Il fatto che sia passata poco più di una mezz’ora fra la sfuriata di Suriano e la spedizione punitiva non esclude difatti la premeditazione. A testimoniarlo è lo sciame di telefonate fra Carlo Nanni e i complici per organizzare l’omicidio. Ovviamente tutto questo non sarebbe successo se lo stalking fosse stato denunciato alle forze dell’ordine. La giustizia fatta in casa non ripaga mai.
È bene dunque ricordare il numero dell’Osservatorio Nazionale Stalking:
06/44246573 dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 19 e 327/4660907 nel fine settimana.
Elisa Renna
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