Coco Chanel – Nazista, antisemita e spia. Rivelazioni shock in una nuova biografia.
17-08-2011
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Duro colpo per tutti gli estimatori di Coco Chanel. Secondo quanto riportato in un libro in uscita in questi giorni la stilista sarebbe stata amica dei nazisti, antisemita e spia.
VERITÀ POSTUME. Come spesso accade molte verità vengono a galla con il tempo. E postume. È il caso di Coco Chanel, icona dello stile e dell’eleganza francese, donna definita la “rivoluzionaria” della moda femminile e che finalmente liberò le donne dai corsetti introducendo nel loro guardaroba i pantaloni ed estendendo l’uso del jersey. La presunta verità su Coco ce la racconta il giornalista americano Hal Vaughan che in una biografia della stilista appena uscita negli Stati Uniti rivela questa scioccante notizia: Chanel sarebbe stata una spia nazista.
A LETTO CON IL NEMICO. Vaughan nel libro intitolato “Sleeping with the enemy, Coco Chanel’s secret war” (A letto con il nemico – La guerra segreta di Coco Chanel) ha riportato alla luce, con documenti alla mano e particolari inediti, le presunte voci sulla collaborazione della celebre stilista con il regime nazista. Nel libro di 300 pagine si legge che Chanel (pseudonimo di Gabrielle Bonheur Chanel) nel 1940, all’età di 57 anni, sarebbe stata reclutata dall’Abwehr, il servizio d’intelligence militare tedesco con scopi difensivi.
Coco Chanel sarebbe diventata quindi l’agente F-7124, nome in codice Westminster, dal suo amante e amico, il Duca di Westminster. Secondo quanto è possibile leggere nella biografia la stilista sarebbe stata molto attiva e per l’Abwehr avrebbe effettuato missioni in Marocco e in Spagna, in particolare nell’agosto del 1941 insieme ad un altro agente, il barone Louis de Vaufreland, ex agente della Gestapo, incaricato di reclutare nuove spie, e nel 1944, quando ricevette un’importante somma di denaro da un altro ufficiale della Gestapo.
UFFICIALE NAZISTA. Particolare ulteriore che confermerebbe quanto riportato nel libro sarebbe la lunga relazione che Chanel avrebbe avuto con il Barone Hans Gunther von Dincklage, detto “Spatz“, un ufficiale nazista di alto livello del quale si sarebbe innamorata, conosciuto propro grazie alla sua attività di spia. La relazione con l’ufficiale le avrebbe permesso di vivere al settimo piano dell’Hotel Ritz di Parigi, durante gli anni dell’occupazione tedesca in Francia. Quello stesso hotel di lusso era frequentato da gerarchi nazisti come Hermann Goering e Joseph Goebbels.
ANTISEMITA. Lo scrittore americano sostiene inoltre che Coco Chanel fosse «ferocemente antisemita molto prima che questo fosse un modo di compiacere l’occupante tedesco, si arricchì frequentando i ricchissimi e condividendo il loro odio contro gli ebrei, i sindacati, il socialismo, i comunisti e la massoneria. Dopo il 1933 ritenne che Hitler fosse un grande europeo». Nel libro la stilista viene definita un «genio della moda ma anche una persona ingenua e influenzabile» – e vi si racconta del suo tentativo, fallito, di ottenere, grazie agli agganci con i nazisti, il controllo della società che aveva creato il famoso profumo Chanel e di cui la stilista possedeva solo una piccola parte, mentre il resto apparteneva alla famiglia Wertheimer. Finita la guerra l’avventura di spia di Chanel si sarebbe conclusa con un arresto. Ma sarebbe stato il suo amico Winston Churchill a farla liberare.
HA SEMPRE NEGATO. Voci su un possibile convolgimento della stilista col regime nazista sono sempre circolate, ma Chanel tuttavia ha sempre negato. Pare inoltre che queste attività avessero lo scopo di liberare un nipote, Andre’, imprigionato in un campo tedesco. Ma niente di certo.
Una storia quella raccontata nel libro che se fosse vera sarebbe molto simile a quella di Mata Hari, la famosa danzatrice e spia, la quale però ebbe minor fortuna e pagò con la vita le sue scelte.
Paola Totaro
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