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Coca Cola e obesità. Tassate in Francia le bevande ipercaloriche gassate
31-08-2011
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Francia. Il Governo francese ha introdotto una nuova tassa sulle bevande gassate, per contrastare l’obesità e risanare i conti pubblici. Ma l’opinione pubblica è scettica sulle buone intenzioni dell’Eliseo.
MANOVRA DA 11 MILIARDI DI EURO. Qualche giorno fa il Primo Ministro francese François Fillon ha annunciato l’aumento dell’imposizione fiscale sulle “bevande gassate a zucchero aggiunto”, quali Coca Cola, Fanta, Pepsi, Sprite e Orangina, l’aranciata nazionale del gruppo Schweppes. La misura, già soprannominata “tassa sulla Coca Cola” rientra nella manovra con la quale il Governo francese spera di riuscire a mettere insieme circa 11 miliardi di euro, che gli servirebbero a ridurre il deficit. La “tassa sulla Coca Cola” è accompagnata da altre misure, tra le quali la tassa sui super-ricchi, che farà guadagnare all’erario 200 milioni di euro, il sempre verde rincaro sulle sigarette (600 milioni di euro) e sui superalcolici (340 milioni di euro), rum escluso.
UNA TASSA SALUTISTA. L’inedita tassazione sulle bevande gassate dovrebbe fruttare allo Stato circa 120 milioni di euro ed è stata annunciata dall’Eliseo come una “tassa anti-obesità”, con tanto di citazione delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fillon ha infatti spiegato che, poiché “il consumo incontrollato” di bevande zuccherate “favorisce l’aumento di peso”, il loro aumento di prezzo incoraggerà i cittadini a ridurne il consumo. Ragion per cui saranno esenti dalla tassazione straordinaria i succhi di frutta e gli altri prodotti con edulcoranti o privi di zuccheri aggiunti, per esempio Coca Cola Light e Coca Cola Zero. “Nel 1997 erano obesi l’8,5% dei francesi – ha continuato il Primo Ministro francese – oggi siamo ormai al 15%”.
PERPLESSITÀ. Tuttavia non sembra che la “tassa sulla Coca Cola” servirà effettivamente a contrastare l’obesità. Anzi, sembra piuttosto una scusa: “Le bevande gassate rappresentano in media il 3,5% dell’apporto calorico quotidiano di un individuo – ha commentato Tristan Farabet, capo della Coca Cola Entreprise, primo imbottigliatore francese – non è certo concentrandosi su quel 3,5% che si affronta seriamente la questione dell’eccesso di peso. Le ragioni di salute pubblica semplicemente non reggono”. Tra l’altro, l’aumento dell’imposta influirà sul costo finale di ogni lattina per un centesimo di euro, dimostrando dunque un potere dissuasivo a dir poco limitato.
D’accordo con Farabet è anche Anne-Sophie Joly, Presidente del Collettivo Nazionale che riunisce le associazioni francesi degli obesi: “Se l’obiettivo è combattere l’obesità, la tassa non serve a niente. Porterà un po’ di soldi allo Stato, questo sì”.
SOSPETTI. L’impressione che il Governo sia più interessato a rimpinguare le proprie casse che a curare la salute del popolo francese è rafforzata dal fatto che il rincaro delle imposte non ha colpito prodotti nazionali, quali il vino e il rum. Come ha giustamente osservato il deputato dell’Unione per un Movimento Popolare (UMP) Yves Bur, “Dietro i superalcolici, il tabacco e le lattine ci sono le multinazionali, dietro le bottiglie di vino ci sono i viticoltori francesi e dietro il rum i produttori di canna da zucchero dei nostri territori d’oltremare”.
Valentina Severin
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