Attualità e Cronaca Rosa

Manovra. Maxiemendamento. Il Senato vota sì alla fiducia. Scontri all’esterno dell’aula

07-09-2011

Manovra. Maxiemendamento. Il Senato vota sì alla fiducia. Scontri all’esterno dell’aula

Il Senato vota la fiducia posta dal governo sul maxiemendamento alla manovra. Il testo sostituisce integralmente quello redatto dalla commissione Bilancio. I sì sono stati 165, i no 141 e gli astenuti 3. Giovedì voto, ancora al Senato, sul testo complessivo. Ieri ultime modifiche al testo. La manovrà vale per il 2013, l’anno previsto per il pareggio di bilancio, come impatto sull’indebitamento netto, di 54.265 milioni di euro. Il varo definitivo delle due Camere è previsto per sabato prossimo.

 

IMPATTO. Il provvedimento impatta positivamente sul deficit per 4,342 miliardi di euro nel 20112, 4,399 nel 2013 e 4,389 nel 2014. Nel 2011 sarà di 700 milioni. Il gettito aggiuntivo deriverà quasi totalmente dal ritocco dell’aliquota Iva dal 20 al 21% che porterà un maggiore gettito di 700 milioni di euro nel 2011 e di 4.236 dal 2012. L’introito netto per la finanza pubblica del contributo di solidarietà ammonterà a 53,8 milioni di euro per il 2012 e di 144,2 nei successivi due anni.

  

PROROGA ACCERTAMENTI CONDONO Nel testo del maxiemendamento si legge: “per i soggetti che hanno aderito al condono di cui alla legge 27 dicembre 2002, n. 289, i termini per l’accertamento ai fini dell’imposta sul valore aggiunto pendenti al 31 dicembre 2011 sono prorogati di un anno“.

  
EVASORI IN CARCERE. Il sottosegretario all’Economia, Antonio Gentile, è intervenuto nell’aula del Senato per comunicare gli «aggiustamenti formali» al maxiemendamento. Tra le modifiche spicca una nuova edizione della normativa che prevede il carcere per gli evasori. Quando l’imposta supera i 3 milioni di euro e l’ammontare è superiore al 30% del volume d’affari non è prevista la sospensione condizionale e quindi scatta subito il carcere. Viene invece cancellata la misura che prevedeva le manette subito per i reati meno gravi (omesso versamento di ritenute certificate; omesso versamento di Iva e indebita compensazione resta) per la sola condizione dei 3 milioni evasi.
 
 
SCONTRI. Un gruppo di circa cinquecento persone intorno alle 19 da piazza Navona, dove è presente un presidio dei sindacati di base (Usb e Fds) contro la manovra (presidio in atto da martedì), hanno raggiunto Palazzo Madama sede del Senato dove si stavano svolgendo le votazioni sulla manovra e hanno cercato di forzare i blocchi della polizia, tirando bengala e mortaretti. Ci sono state due cariche. La contestazione è stata contenuta dai poliziotti che presidiano il tratto di strada che collega corso Rinascimento a piazza Navona.

Dopo pochi minuti la situazione sembra sia tornata alla calma. Ma il presidio di piazza Navona è itinerante. Un gruppo si è spostato raggiungendo prima Palazzo Grazioli al grido di «Lavoro, lavoro» e «Silvio vattene». E quindi alla Camera «perchè la battaglia continua».

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INTERRUZIONE IN AULA. Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha interrotto la chiamata nominale dei senatori per dare notizia degli scontri. «Depreco in modo forte e convinto» la violenza nelle vicinanze del Senato, «un vulnus alla democrazia e al Paese».

Paola Totaro

 

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