Attualità e Cronaca Rosa

Processo Kercher – Amanda “Sono stata manipolata”

03-10-2011

Processo Kercher – Amanda “Sono stata manipolata”

Si sta svolgendo l’ultima udienza prima della sentenza di secondo grado del processo per l’omicidio Meredith Kercher.

Questa mattina  udienza finale prima della sentenza. Per il processo Kercher. Stamattina arringa dei difensori e dichiarazioni spontanee degli accusati.

RAFFAELE. Così, dopo l’intervento dell’avvocato Luciano Ghirga, per la difesa di Amanda Knox, è intervenuto in aula con dichiarazioni spontanee Raffaele Sollecito, imputato assieme alla ragazza americana per l’omicidio di Meredith Kercher. Molto teso Sollecito nel momento di prendere la parola: “Non ho mai fatto del male a nessuno, mai nella vita. L’accusa che mi è stata mossa contro, durata tutti questi anni è talmente assurda che ho sempre pensato che si sarebbe esaurita e si sarebbe chiarito tutto nel giro di poco tempo. Invece così non è stato. Ho dovuto sopportare, andare avanti giorno per giorno, come se vivessi in un incubo. Per l’assassino, per questo signor nessun, viene chiesto il carcere a vita o la pena di morte. Ma la fine di ogni giorno in carcere, è già una morte”.

AMANDA. Anche la Knox ha rilasciato dichiarazione spontanea. “Io non ho ucciso nessuno, io non ero lì. Mi hanno definito perversa e spietata ma non è così. Rivoglio la mia vita. Sono stata manipolata. Io Guedè non lo conoscevo. Non sono quella che mi hanno definito in questi anni”.

La sentenza è prevista intorno alle 20.00

Paola Totaro

Notizia in continuo aggiornamento 03/10/2011 – ore 10.56

Dichiarazioni spontanee:

RAFFAELE. “Si è detto che ho accusato Amanda, ma non è vero, non l’ho mai fatto». «Ho sentito dire che ho accusato Guedè. Ma anche questo è falso. Non ho nessun interesse a parlare di Guedè. Non l’ho mai conosciuto e non ho mai sentito parlare di lui prima del processo. Conosco meglio voi della corte che non Guedè. Almeno voi vi ho visto, lui l’ho solo incrociato nelle udienze. Non c’è altro tipo di conoscenza.

Alla fine dell’intervento l’imputato ha dato alla corte un braccialetto.  «Sono quattro anni che porto questo bracciale con la scritta “Amanda e Raffaele liberi”, oggi è arrivato il momento di toglierlo. Non l’ho mai tolto e in questo bracciale sono racchiuse molte emozioni. Oggi voglio fare un omaggio alla Corte: è arrivato il momento di toglierlo”.

AMANDA. “Fino a quattro anni fa non conoscevo la tragedia. Quando è morta Meredith non ci potevo credere. Anche io sarei morta quella sera se fossi stata con lei. Ma io ero con Raffaele. Io mi fidavo delle autorità. Mi sono resa disponibile fino all’esaurimento, ma sono stata tradita e manipolata dagli investigatori. Io non sono quello che loro dicono. Io non ho fatto le cose che loro dicono. Non ho ucciso non ho violentato non ho rubato. Non ero là. Non ero presente a questo crimine. Non conoscevo Rudy. Io avevo buoni rapporti con i miei coinquilini. Io e Meredith eravamo amiche. Io voglio la verità su di lei. Dopo quattro anni disperati voglio che sia riconosciuta la nostra innocenza. Io voglio tornare a casa. Voglio tornare alla mia vita. Non voglio essere punita e privata del mio futuro per qualcosa che non ho fatto. Perché io sono innocente. Noi meritiamo la libertà perché non abbiamo mai fatto qualcosa per meritare la condanna. Ho rispetto per questa corte e la cura che ha avuto in questo processo.”

GIUDICE. “Non è una partita di pallone. Quando leggeremo il dispositivo chiediamo rispetto e silenzio. La sentenza non prima delle 20.00”

03/10/2011 ore 11.17

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