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Wikipedia si oscura per protesta contro il ddl intercettazioni

06-10-2011

Wikipedia si oscura per protesta contro il ddl intercettazioni

Come protesta contro il disegno di legge sulle intercettazioni il portale Wikipedia Italia ha deciso chiudere.

Se negli scorsi giorni avete avuto intenzione di cercare delle informazioni su Wikipedia, come spesso può capitare, o se “vi siete fatti un giro” per pura curiosità, allora vi sarete accorti della sgradevole sorpresa. Il portale Wikipedia Italia – famosissima enciclopedia libera del Web – infatti è stato chiuso per qualche giorno.

Gli operatori di Wikipedia hanno escogitato questa mossa come protesta personale contro il disegno di legge sulle intercettazioni, secondo cui qualunque sito internet sarà obbligato a pubblicare la rettifica di tutti coloro che si sentono offesi per i contenuti espressi nella pagina in questione (so che le lettrici e i lettori di RobaDaDonne non porgeranno mai lamentele contro di noi).

Si tratta di una forma di restrizione alla libertà di pensiero e di parola! Così Wikipedia ha deciso di scioperare oscurando la propria pagina.

Un altro portale simile ma meno celebre, Nonciclopedia, aveva chiuso perché Vasco Rossi aveva esposto una querela per una pagina offensiva che lo riguardava. Wikipedia ha pensato bene di mettere le mani avanti e di avviare questa silente, ma a mio avviso efficace forma di protesta.

Il popolo di Facebook si è già messo in movimento in difesa dell’enciclopedia digitale e probabilmente molti di voi avranno già ricevuto l’invito per impedire la sua chiusura definitiva.

Ecco cosa c’era scrittose tentavate di avviare una ricerca in Wikipedia:

Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c’è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Il Disegno di legge – Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) recita: «Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue, che può essere consultata in qualunque momento senza spendere nulla. Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni. Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l‘obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine. Purtroppo, la valutazione della “lesività” di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all’opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua “rettifica”, volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

L’obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell’Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.

Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell’onore e dell’immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall’articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.

Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all’arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per “non avere problemi”.

Vogliamo poter continuare a mantenere un’enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?

Gli utenti di Wikipedia

 

Francesca NumeratiIl mio blog

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