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Albini africani – Emarginati, discriminati e sacrificati. La lotta per i diritti civili

12-10-2011

Albini africani – Emarginati, discriminati e sacrificati. La lotta per i diritti civili

Gli albini d’Africa sono emarginati, discriminati e molto spesso uccisi durante riti sacrificali. Le superstizioni e l’ignoranza sono il motivo di questa barbarie.

LE CREDENZE – Un albino in Africa non ha vita facile. Anzi, abbastanza spesso un albino in Africa non ha una vita. Queste persone, ree soltanto di avere una quantità di melanina molto bassa, sono l’oggetto di discriminazioni che fanno riferimento ad antiche superstizioni. Si crede ad esempio che quando nasce un albino, gli dei abbiano voluto punire la famiglia, così gli stessi genitori se ne liberano ammazzando il neonato. Gli albini sono costretti ad indossare abiti che coprano la maggior parte del loro corpo, sono costretti a spalmarsi creme protettive per la pelle più volte al giorno e fin da piccoli portano occhiali scuri per ripararsi gli occhi. Sono oggetto di scherno e di disprezzo. Gli albini non sono ciechi, ma ipovedenti. Nonostante ciò, la loro istruzione è affidata alle classi speciali per non vedenti. Sono trattati da disabili, ma in realtà hanno la stessa facoltà di apprendimento di chiunque altro. L’ignoranza di molti villaggi africani tocca il suo culmine nel caso dei sacrifici umani. Gli albini vengono uccisi e fatti a pezzi. Proprio così. Le parti del loro corpo vengono bollite in pozioni preparate da stregoni. Si pensa che questi intrugli abbiano il potere di sconfiggere gli avversari. Nell’immaginario comune, avere rapporti sessuali con un albino renderebbe immuni dall’AIDS. Stupri e molestie sessuali, soprattutto verso le donne, sono all’ordine del giorno.

LA STORIA – Stephan Ebongue fa parte di questa minoranza africana che conta circa duemila persone. Suo fratello è stato rapito nel 1987 e il suo cadavere non è mai stato più ritrovato. Stephan invece è riuscito a fuggire in Italia. Adesso si trova a Torino e insegna italiano ai profughi. Ha avuto la possibilità di studiare, ma il suo più grande sogno è che a “a Duala, la mia città, nasca una biblioteca per albini. Siamo ipovedenti perché abbiamo occhi delicatissimi, per noi seguire le lezioni è molto difficile. Con i video-ingranditori – prosegue –  la vita  cambia, i caratteri si ingrandiscono e si può leggere e studiare, andare all’Università. Io sono riuscito a farlo ma per molti non c’è alcuna chance. Quelli come me non possono lavorare nei campi perché la nostra  pelle non sopporta il sole, non possono studiare perché sono quasi ciechi“. I politici africani studiano in Francia, in Italia o in Inghilterra, si emancipano e aprono la loro mente. Ma quando tornano in Africa non sono in grado di prendere decisioni di polso per far scomparire e mettere fuorilegge gli assassinii contro gli albini.

UNO SPIRAGLIO DI SPERANZA – Nel 2008 il presidente tanzaniano Jakaya Kikwete, che ha il potere di nominare 10 parlamentari su 323, ha voluto a tutti i costi un albino in aula, Al-Shaymaa Kwegyr. Lo stesso presidente ha affermato fermamente che l’omicidio degli albini è “una crudeltà senza senso, che deve cessare immediatamente”, aggiungendo di aver dato disposizioni alla polizia di scovare i fattucchieri e i medici tradizionali che si rendono responsabili di questi crimini, oltre a chi li aiuta o se ne serve. Un buon esempio per l’Africa intera.

Elisa Renna

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