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Sacrifici umani propiziatori per calmare le acque e placare “l’ira degli spiriti”. Questo il racconto che un sedicenne ghanese ha fatto ai poliziotti della squadra mobile di Agrigento. Il fatto da poco confessato è accaduto nei primi giorni di maggio, durante una delle ormai innumerevoli traversate per raggiungere l’Italia effettuate daprofughi di nazionalità mista. Il barcone conteneva oltre 460 persone e 5 di queste sarebbero state sacrificate al mare.
Il ragazzo in un primo momento ha raccontato i fatti ai volontari dell’Associazione Save the children i quali hanno poi informato la Polizia. “Eravamo in viaggio da due giorni – racconta il ragazzo – il mare si stava ingrossando e un gruppo di nigeriani ha deciso che l’unico modo per far tornare il tempo buono era quello di sacrificare qualcuno di noi”. La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta contro ignoti e la Squadra mobile ha già raccolto diverse testimonianze non tutte concordanti. Alcuni dei presenti infatti affermano che l’uomo finito in mare fosse solo uno e che vi sia finito dopo uno scontro tra lui e gli altri profughi che lo accusavano di portare sfortuna.
Dal racconto del ragazzo emergono anche altri fatti orribili tra i quali 6 stupri ai danni di donne presenti sul barcone effettuati dagli scafisti nigeriani. Questo è solo uno dei tanti racconti che ci arrivano in seguito alle terribili traversate della speranza che centinaia di uomini donne e bambini compiono ogni giorno per raggiungere le nostre coste. E queste per lo meno possiamo conoscerle, possiamo raccontarle e sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo queste immani tragedie. Ma di altrettante non sapremo mai nulla perché chi le ha vissute ormai non c’è più ed ha trovato sepoltura in fondo al mare.
Paola Totaro
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