Attualità e Cronaca Rosa

Amministrative 2011: scenari futuri dopo elezioni e ballottaggi

03-06-2011

Amministrative 2011: scenari futuri dopo elezioni e ballottaggi

Gli esiti definitivi della consultazione elettorale per il rinnovo dei rappresentanti amministrativi di 11 province e 1.343 comuni sono ormai noti. Il risultato per gli schieramenti è di sessantasei per il centrosinistra e 20 al centrodestra. Una vittoria netta che non lascia margini a dubbi e non necessita di sforzi interpretativi. Il centrodestra conquista comunque il 50% dei favori da parte degli italiani ma non è più maggioranza nel Paese. Milano e Napoli sono stati i test più importanti.

 

Il Presidente del Consiglio ha voluto rendere la consultazione elettorale milanese un referendum a proprio favore, un banco di prova nella roccaforte del PDL. Non è andata come si aspettava. I motivi sono molti e tutti sono in questi giorni al vaglio degli analisti della politica. Le vicende personali e giudiziarie riferite al Presidente del Consiglio  hanno sicuramente condizionato il giudizio degli elettori. “Casta” era ormai da tempo sinonimo del “fare politica per i propri interessi”. La Politica come professione, come opportunità, non come servizio. Le innumerevoli auto blu che circolano nelle nostre strade fanno a pugni con le collette che i primi rappresentati nazionali dopo l’Unità d’Italia facevano tra i propri sostenitori per acquistare un cappotto nuovo e non sfigurare in Parlamento. Quelli che in principio erano rimborsi spese ora sono divenuti lauti stipendi. Lo stillicidio di scandali e sentenze di condanna non possono che aver aumentato la voragine dell’indignazione ed il desiderio di un vero cambiamento. Non dimenticando le piccole grandi incongruenze del ministero della pubblica istruzione che hanno scosso la Scuola, colonna portante del bacino elettorale.

 

LE DONNE AGO DELLA BILANCIA. Gli scandali sessuali, il Bunga Bunga, le ragazze dell’Olgettina, quand’anche non vengano confermate le ipotesi di reato a carico del Presidente del Consiglio, hanno indignato soprattutto le donne. Dopo anni di lotte per una pari dignità tra i sessi, rendersi conto che essere belle valga più della competenza e dell’impegno ormai anche in politica ha scoraggiato molte. Ed è possibile anche datare la rottura dell’idillio populista berlusconiano al femminile: il 13 dicembre 2010 quando un milione di donne sono scese in piazza proprio per dire basta. “Se non ora quando?” diceva appunto lo slogan di quella manifestazione d’indignazione spontanea. Anche su questo dovranno riflettere gli esperti.

 

SCENARI FUTURI. Il Presidente del Consiglio dopo i ballottaggi ha subito chiarito che non ritiene che l‘esecutivo debba risentire della sconfitta alle Amministrative. È possibile che stia pensando ad un ulteriore allargamento della maggioranza parlamentare. Nel frattempo quello che è già possibile riscontrare è lo scricchilio dell’alleanza con la Lega. Sempre più sostenitori del partito del Carroccio hanno espresso il proprio disappunto e la necessità di un cambio di rotta che preveda anche un allontanamento da Berlusconi. Il terzo polo, Fini, Casini e Rutelli, si mantengono al momento equidistanti dalle due maggiori formazioni politiche italiane. Ma il pericolo maggiore Berlusconi lo riscontra in casa propria. Il senso di disagio all’interno dello stesso PDL è sempre più evidente e palpabile. Si è sempre detto che il Popolo delle Libertà si identificasse nello stesso Berlusconi e che quindi una sua personale caduta portasse ad un dissolvimento della formazione politica. Ora invece da più parti si sente emergere la necessità di cambiamento al vertice.

 

Il fattore Tremonti poi sarà sicuramente determinante per la tenuta del governo. Ormai le riforme e gli incentivi per lo sviluppo al fine di favorire la ripresa del Paese non sono più rimandabili. Ovviamente non saranno a costo zero e il Ministro del Economia non ha nessuna intenzione di metter mano al portafoglio.

 

Paola Totaro

Cosa ti piace?

cosa ne pensi?