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Jill Abramson: il New York Times diretto per la prima volta da una donna
06-06-2011
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Dal prossimo settembre Jill Abramson sarà la direttrice del New York Times: per la prima volta in 160 anni una donna sarà alla guida dello storico quotidiano americano. Un vero onore per questa 57enne giornalista investigativa che ha dichiarato: “a casa mia il Times era religione e ciò che pubblicava era considerata assoluta verità”. Laureata a Harvard, iniziò a lavorare per la testata nel 1997 come cronista, dopo aver collaborato con il Wall Street Journal e il Time. Un curriculum di tutto rispetto che le ha permesso di guadagnarsi la direzione del New York Times, andando a sostituire il collega Bill Keller in un momento di profonda crisi per il giornale e per l’intero settore della carta stampata.
Si spera la Abramson sia in grado di fronteggiare la crisi soprattutto in virtù della sua esperienza diretta alla produzione della versione online del quotidiano. In un mondo in cui le notizie arrivano istantaneamente, i quotidiani hanno bisogno di trovare un nuovo ruolo, non essendo più l’autorevole fonte di notizie cui si affidava la famiglia della Abramson 50 anni fa e la gran parte del mondo occidentale.
Il New York Times ha così pensato che per risollevare le sue sorti ci voleva una donna. Ma la riflessione va da sé: perché si pensa solo ora che le indiscusse capacità di una donna possano cambiare il futuro di una testata vecchia 160 anni? Soprattutto: in un mondo in cui le donne sono diventate imprenditrici, presidentesse, capi di governo, perché la nomina di una donna a direttore di una grande testata fa ancora notizia? Dovremmo chiederci che senso ha oggi la parola “parità” e dove si colloca il ruolo della donna. È stato fatto tanto per ottenere il diritto di voto e tutta una serie di diritti destinati fino a poco tempo fa solo all’universo maschile: quanto siamo andati avanti da allora? Senza poi dimenticare che questa notizia riguarda un altro Stato, e che nel nostro nonostante il numero delle giornaliste superi quello dei colleghi uomini, a dirigere un giornale, di donne, ce ne sono ben poche.
Maria Guarriello
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