Melania Rea – Richiesto arresto Parolisi. “L’assassino tentò di scannarla”.
16-07-2011
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Richiesta d’arresto per Salvatore Parolisi per omicidio volontario aggravato, da parte della Procura di Ascoli. Emergono particolari dagli esiti dell’autopsia. L’assassino ha tentato di “scannare” Melania.
RICHIESTA D’ARRESTO. Ieri la solta nelle indagini per l’omicidio Rea. Richiesta d’arresto da parte dei pm per il marito Salvatore Parolisi. A convincere i magistrati a prendere questa decisione sono stati i molti indizi a carico di Parolisi che sono emersi dall’autopsia, le testimonianze raccolte dai Carabinieri e gli accertamenti dei Ris.
AUTOPSIA E DEPISTAGGIO. Sono emersi terribili particolari sugli esiti dell’autopsia depositata il 13 luglio dal Medico Legale Tagliabracci, effettuata sul corpo della povera donna. “Scannamento” per l’agenzia Ansa è questo il termine usato nel referto. L’omicida avrebbe aggredito la donna da dietro cercando con un coltello di colpirla alla gola, ma il tentativo di fuga della donna l’ha costretto ad accanirsi su di lei quando Melania, caduta durante la fuga, era a terra, supina. Le coltellate l’hanno raggiunta al capo, al collo e al tronco. I colpi sono stati inferti con armi diverse: un coltello e un oggetto contundente. I colpi post mortem, quelli inflitti con un oggetto contundente, forse un punteruolo, sono stati inferti diverso tempo dopo quelli che hanno provocato il decesso della donna, addirittura più a ridosso del giorno – il 20 aprile – in cui il cadavere è stato ritrovato. Questa seconda serie di fendenti avrebbe avuto lo scopo di depistare gli investigatori: si tratterebbe di segni lasciati sulle gambe, fra cui una specie di svastica. Come un depistaggio è la siringa infilzata al di sotto di un seno. Melania non aveva bevuto alcol, e non aveva avuto rapporti sessuali, e, nel caso, sarebbero stati consenzienti. Il corpo non è stato trascinato.
PERICOLO DI FUGA. Nella richiesta di arresto per Parolisi si riportano anche il rischio di fuga e l’inquinamento delle prove. Gli inquirenti hanno valutato molto strano il comportamento dell’uomo dopo la scomparsa della donna. Il giorno precedente il ritrovamento del corpo avvenuto il 20 aprile infatti l’uomo ha cancellato il suo profilo Facebook in cui interagiva con l’avatar “Vecio alpino”. Poi si è sbarazzato del cellulare con il quale comunicava con l’amante, la soldatessa Ludovica P.
SBALORDITO. Il legale di Parolisi, Nicodemo Gentile dice che l’uomo è “sbalordito da questa giustizia colabrodo. L’indagato è una persona e va trattato con tutte le garanzie dal caso. Un principio elementare che la Procura di Ascoli Piceno sembra avere smarrito“. In questo momento Parolisi si trova in caserma ad Ascoli dove il caporalmaggiore aveva ripreso servizio proprio qualche giorno fa e dove alloggia in quanto ha lasciato l’appartamento in affitto a Folignano, dove viveva con la moglie e la figlia. Conclude l’avvocato: “Non so cosa intenda fare“.
DECISIONE DEL GIP. Il Gip Carlo Calvaresi, dovrà ora decidere sulla richiesta della Procura di Ascoli Piceno di custodia cautelare in carcere di Parolisi. E vista la fuga di notizie su informazioni che dovrebbero essere coperte da segreto istruttorio, molto probabilmente dovrà accellerare i tempi della decisione.
FUGA NOTIZIE . La Procura di Ascoli ha aperto un fascicolo sulla fuga di notizie in merito alla richiesta d’arresto nei confronti di Parolisi.
FAMIGLIA REA. Stupore e rabbia. Questi i sentimenti che accolgono la notizia della richesta d’arresto di Parolisi, e che accomunano i concittadini della famiglia Rea. Parla anche di amarezza Michele Rea, fratello di Melania. “Tutto ci aspettavamo tranne che questa inchiesta ruotasse intorno a Salvatore“, confessa parlando con i giornalisti. “Aspettiamo l’evolversi degli eventi“, aggiunge, parlando anche a nome del padre e della madre. Per la famiglia ulteriore dolore.
Pubblicato il 16/07/2011 ore 9.00
Notizia in continuo aggiornamento
Paola Totaro
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