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In questi giorni si sta celebrando a Genova il decimo anniversario dei tragici fatti accaduti durante il G8 2001. Sono previsti cortei fiaccolate e concerti.
VIOLAZIONE DIRITTI UMANI. Amnesty International lo ha definito “una violazione dei diritti umani di proporzioni mai viste in Europa nella storia recente”. Parliamo del G8 di Genova. Era il 2001. Sono trascorsi 10 anni ma le ferite sono impossibili da rimarginare. Una città distrutta, manifestanti caricati dalle forze dell’ordine senza un apparente motivo, una contestazione pacifica degenerata in una “macelleria messicana“. In questi giorni Genova sta ricordando quei momenti di paura e di follia con cortei, fiaccolate e concerti.
DESIDERIO DI GIUSTIZIA. I numeri sono questi: un manifestante ucciso, Carlo Giuliani, circa 560 tra dimostranti e agenti feriti, almeno 25 milioni di euro di danni. Ma nessuno ha pagato per questo. Ed a causa alla prescrizione dei reati, probabilmente nessuno pagherà mai. Ma il desiderio di giustizia non si è placato nemmeno dopo un decennio. Vittorio Agnoletto, portavoce dei Genoa Social Forum ed il giornalista Lorenzo Guadagnucci in “L’eclisse della democrazia” (ed. Feltrinelli) offrono una ricostruzione dettagliata degli eventi di quei giorni, quando una manifestazione nata per essere pacifica è stata schiacciata dalla violenza dei black bloc, dalla furia delle forze dell’ordine che caricavano alla cieca, dalla morte di un ragazzo ucciso da un carabiniere, dall’irruzione nella scuola Diaz, dalle torture nella caserma di Bolzaneto. In quei giorni “Dio è morto“, come canterebbe Francesco Guccini. Dio non era a Genova.
“PROPOSTA INDECENTE”. Lo Stato non ha voluto scavare a fondo nella faccenda, anche quando era Prodi con il centrosinistra ad essere al governo. Anzi, grazie al saggio di Agnoletto e Guadagnucci veniamo a sapere del tentativo di insabbiamento da parte dello Stato stesso. Enrico Zucca, uno dei pm che si è occupato dell’inchiesta, testimonia di una “proposta indecente“: “Arriva dalla polizia una richiesta esplicita, una sorta di patto: voi rinunciate ad andare a fondo nelle inchieste sulla polizia, noi facciamo altrettanto nelle indagini sui manifestanti”. La proposta ci è riferita in questi termini dal procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino. È decisamente rifiutata“. Lo conferma anche Patrizia Petruzziello, il magistrato che ha poi condotto l’inchiesta su Bolzaneto: “Si proponeva una sorta di pari e patta“. Questa proposta, gravissima dal punto di vista istituzionale, meriterebbe una riflessione molto più accurata riguardo agli abusi di potere degli apparati statali all’interno delle aule di giustizia.
LA BEFFA. Ma non è finita qui. Sappiamo anche che molti degli indagati per le vicende della Diaz e di Bolzaneto, non soltanto non stanno scontando alcuna pena (perché il reato è caduto in prescrizione o perché assolti), ma hanno anche ricevuto delle promozioni professionali. Oltre al danno, la beffa.
Elisa Renna
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