Attualità e Cronaca Rosa

Sicurezza delle donne – lusso o diritto? Polemiche sul vademecum antistupro del Comune di Roma

24-08-2011

Sicurezza delle donne – lusso o diritto? Polemiche sul vademecum antistupro del Comune di Roma

Le donne devono poter girare per la città con tranquillità. Ma la sicurezza è un “lusso”?

 

ROMA. Chi vive o ha vissuto a Roma lo sa bene cosa voglia dire essere donna nella Capitale. Lo racconta anche Elizabeth Gilbert nel suo libro “Mangia prega ama“: i romani apprezzano molto le donne, le apprezzano così tanto che spesso rischiano di andare a sbattere contro qualcosa nell’intento di osservare da cima a fondo il soggetto da loro contemplato. Può sembrare una cosa piacevole, ma immaginatevi la stessa scena di notte. Quando hai appena finito di lavorare in un locale o dopo aver passato una serata fra amici, prendi un autobus notturno, ti ritrovi ad essere l’unica donna nel bus, fissata da almeno venti uomini che sembrano non aver visto mai un essere di genere femminile in vita loro. Allora ti metti vicino l’autista e speri che passino presto quei minuti che ti separano da casa. Arriva la tua fermata e ti metti a correre fino al tuo portone come un razzo sperando che a uno di quegli uomini non sia venuto in mente di seguirti.

 

VADEMECUM. Col patrocinio del Comune di Roma, dallo scorso 10 luglio è stato distribuito un Vademecum per la sicurezza delle donne. Le femministe si sono ribellate, a partire dal sottotitolo: “Sicurezza, un lusso che oggi noi donne vogliamo permetterci“. La sicurezza dunque è un lusso e non un qualcosa che deve spettare alla donna di diritto? E anche alcuni consigli non sono piaciuti, come ad esempio “Non camminate in strade buie e non indossate abiti appariscenti“. Come se il problema fosse il vestito e non la mentalità perversa dell’uomo malato. E le femministe aggiungono: “Non siamo soggetti deboli da proteggere e accudire“.

Noi donne.org“, la storica rivista femminista on-line, il 27 luglio scorso ha portato in Piazza Trilussa, cuore storico del quartiere Trastevere, una folla di persone convinta che ci debba essere un’altra idea di sicurezza e libertà. Sul sito del movimento “Se non ora quando?” che ha ospitato il manifesto della contestazione si legge: “Vogliamo una cultura rispettosa delle differenze, non una cultura della paura e dell’odio“.

 

L’AUTRICE. Ma l’autrice dell’opuscolo, Anna di Lallo, a capo della società “Omniares Comunications“, proprio non ci sta. “Ci ho lavorato un anno su questo libretto, senza guadagnarci un soldo, sull’onda emotiva delle confidenze di un’amica “impazzita” per le continue telefonate e minacce di un uomo. Un anno trascorso ad ascoltare le richieste di tante donne, per capirne paure ed esigenze. Senza tralasciare le informazioni delle forze dell’ordine. Ho trascorso un sacco di tempo all’ufficio anti-stalking della questura“. I consigli sono spiccioli, come ad esempio avere il cellulare impostato sui numeri 112 e 113. Consigli banali forse, ma sempre validi.

 

Elisa Renna

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