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Bimba tolta ai genitori anziani. Il Tribunale: “Non per l’età ma per i frequenti abbandoni”

16-09-2011

Bimba tolta ai genitori anziani. Il Tribunale: “Non per l’età ma per i frequenti abbandoni”

Ad una coppia viene tolta la figlia di 16 mesi apparentemente per motivi d’età. In realtà il Tribunale chiarisce: “Non è l’età il motivo della decisione”.

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ABBANDONO. Se n’è parlato molto nelle ultime ore. La notizia descrive una ingiusta realtà: una bambina di 16 mesi che viene tolta ai genitori naturali dal Tribunale a causa della loro età avanzata. Poi si va un po’ più a fondo e si scopre che le cose non sono quasi mai quelle che appaiono in un primo momento. E si comprende che se un tribunale arriva ad emettere determinate sentenze un motivo serio c’è. I giudici infatti, chiariscono che il motivo dell’adottabilità della bimba non è l’età dei genitori, ma gli “accertati episodi abbandonici sistematici“.

 

GENITORI ANZIANI. Conosciamo meglio il caso dei genitori anziani, lei 58, lui 70 ai quali il Tribunale per i minori di Torino ha tolto la figlia di 16 mesi, rendendola adottabile. La piccola vive già da 15 mesi con una famiglia affidataria. In tutto questo periodo il loro caso è stato studiato da psicologi e psichiatri. Una realtà complessa e delicata quella di questa famiglia.

 

FECONDAZIONE. I coniugi hanno avuto la bambina tramite fecondazione eterologa (da donatore). La mamma racconta: “Quando ci siamo sposati, nel ‘90, avevo 36 anni. Quando ho visto che non rimanevo incinta, mi sono sottoposta ad oltre 10 tentativi di fecondazione assistita in Italia. Tutti falliti. Cosa dovevo fare? Arrendermi? Io e mio marito ci siamo interrogati a lungo sull’opportunità di andare avanti e così abbiamo deciso di rivolgerci all’estero per l’eterologa. La coppia aveva tentato anche la via dell’adozione nel 1999 e nel 2003, ma entrambe le domande erano state respinte.  

 

MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA. Tra le motivazioni riportate nella sentenza del giudice Donata Clerici, si legge, che la scelta di avere un figlio per loro è stata “fondata sulla volontà di onnipotenza, sul desiderio di soddisfare a tutti i costi i propri bisogni“. Ed inoltre: “Non si sono posti seriamente domande in merito al fatto che la piccola si ritroverà orfana in giovane età“.

 

I GENITORI. Gabriella e Luigi Deambrosis – lei bibliotecaria, lui impiegato, ex sindaco di un piccolo centro del Monferrato -, raccontano però un’altra verità. “Per noi è stato come subire un furto – dicono, tenendosi per mano -. Ma le vere vittime di questa ingiustizia non siamo noi: è la nostra bimba. Perché deve essere strappata alla sua famiglia d’origine? Guardi queste foto, guardi come sorride quando sta con noi, la vediamo solo ogni quindici giorni e ogni volta, quando ci allontaniamo da lei, riviviamo quella mattina in cui i carabinieri vennero a prenderla a casa“.

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DESIDERIO DI GENITORIALITÀ. Continuando nella lettura delle 16 pagine della sentenza, è possibile notare che il giudice pone l’accento “sull’eccessivo desiderio di genitorialità» della coppia e riferisce di una causa penale per abbandono di minori. La piccola infatti, aveva appena un mese quando venne notata piangere disperata, da sola, sull’auto del papà vicino a casa, a Mirabello, un paese di mille anime poco distante da Casale Monferrato. “Stavo scaricando la spesa, mentre mia moglie era andata a farsi una puntura, ma non ho mai perso di vista né la bimba, né l’auto” si difende Luigi Deambrosis.

La versione dei giudici però è diversa: “La bambina è rimasta sola sull’auto, non vigilata in modo costante, 40-45 minuti, il padre si è riavvicinato alla bambina senza mostrare allarme per il suo pianto e la madre, quando torna a casa, chiede al marito come sta la figlia, lui risponde bene senza dirle che è in auto, lei sale le scale e va al piano di sopra senza accertarsi della presenza e delle condizioni della figlia“.

 

SIAMO BRAVE PERSONE. Quello che ci amareggia di più, però, è il modo in cui ci hanno dipinto – affermano i coniugi -, siamo brave persone, crediamo che un figlio sia l’espressione dell’amore di una coppia e invece ci hanno portato via la nostra dolcissima figlia”. Eppure i periti nominati dai giudici hanno dichiarato che il padre “ha scompensi in senso dissociativo e psicotico“, la madre “non stabilisce con la figlia contatto emotivo, … mostrando una ferita narcisistica intollerabile”.

 “Siamo di fronte a un pregiudizio – chiosa l’avvocato dei coniugi Deorsola – che vede l’adozione come alternativa al desiderio di genitorialità”.

A febbraio ci sarà l’udienza preliminare del processo per questa vicenda, infatti i genitori hanno impugnato l’atto.
 

 

DIRITTO DEL BAMBINO. Vicenda delicata e dolorosa, ma che fa comprendere come non esista un “diritto al figlio” e che il bene da salvaguardare è sempre quello dei bambini, i quali, loro sì, hanno il diritto di crescere in un ambiente sano ed amorevole.

Paola Totaro

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