Incinta dopo cancro grazie a ovuli congelati. Primo caso in Italia.
27-09-2011
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Bologna. Dopo aver sconfitto il cancro esaudisce il proprio desiderio di maternità grazie alla tecnica del congelamento degli ovuli.
INCINTA DOPO IL CANCRO. A 34 anni Alberta scopre di avere un tumore al seno. Inizia la chemioterapia, consapevole del fatto che la cura comprometterà la sua fertilità. A tre anni di distanza, però, Alberta non ha rinunciato al proprio desiderio di maternità e ora, lasciatosi il male alle spalle, si gode la propria gravidanza.
PRIMO CASO IN ITALIA. “Alberta è la prima donna in Italia che dopo una chemioterapia antitumorale riesce a concepire un figlio grazie alla tecnica del congelamento degli ovuli”, spiega Eleonora Porcu, ricercatrice dell’Università di Bologna e direttrice del Centro per l’Infertilità e la Procreazione Assistita presso il Policlinico Universitario S. Orsola Malpigli di Bologna.
Nel 2008 Alberta, consigliata dal proprio oncologo, si è rivolta al centro diretto dalla dottoressa Porcu per sottoporsi alla crioconservazione degli ovociti, prima di iniziare la terapia antitumorale. Una volta avuta la conferma, da parte degli oncologi, di poter provare ad avere un figlio, Alberta e il marito sono tornati al centro bolognese. Infatti, dopo la chemioterapia spesso è difficile riuscire a concepire un figlio in modo naturale. “Abbiamo scongelato quattro ovociti e abbiamo ottenuto tre embrioni, che abbiamo trasferito nel grembo della mamma. Dopo 12 giorni gli esami hanno rivelato che uno di questi stava crescendo. La gravidanza era in corso”, racconta Eleonora Porcu.
CHEMIOTERAPIA E INFERTILITÀ. Il caso di Alberta è stato presentato ieri al congresso della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), a Palermo, proprio dalla dottoressa Porcu. I problemi di fertilità causati dal cancro riguardano il 40-70% delle donne sottoposte a chemioterapia e, secondo la dottoressa Porcu, per il solo tumore al seno la stima è di 15-26 mila donne all’anno.
Il congelamento degli ovociti, a differenza di quello degli embrioni, spiega ancora Porcu, è consentito dalla legge italiana e può essere praticato preventivamente, anche in assenza di un candidato padre.
25 ANNI DI CRIOCONSERVAZIONE. Ad oggi sono circa un migliaio le persone nate da ovuli congelati. Il primo caso risale al 1986, in Australia, e qualche anno dopo una equipe dell’Università di Bologna, guidata dalla dottoressa Porcu, ha dato il via a degli studi sulla crioconservazione degli ovociti, che nel 1997 hanno condotto all’applicazione di tecniche tuttora utilizzate. Nel 2007 il primo caso di procreazione da parte di una donna resa sterile dal cancro, grazie al congelamento degli ovociti. “Purché siano disponibili almeno due settimane prima dell’inizio della chemioterapia – spiega la dottoressa Porcu – la crioconservazione degli ovuli può essere considerata un modo ideale per conservare la fertilità nelle pazienti con cancro al seno”.
Valentina Severin
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