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Cellulari: non provocano il cancro al cervello. Forse.
22-10-2011
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I risultati di uno studio danese, condotto dai ricercatori dell’Institute of cancer epidemiology di Copenaghen, assolvono l’uso dei cellulari come causa dei tumori al cervello.
COS’È. I tumori al Sistema Nervoso Centrale in Italia sono abbastanza rari in quanto rappresentano circa l’ 1,3% di tutti i tumori. Ogni anno se ne registrano circa quattromila casi. Più assidui sono invece le neoplasie che si formano all’interno del cervello ma che hanno origine da cellule metastatiche provenienti da altre zone del corpo, quali la mammella, il fegato, i polmoni: in questo caso la massa tumorale non si origina nel cervello, ma interferisce comunque con il suo corretto funzionamento. L’unico legame accertato con fattori di rischio sono le radiazioni ad alto dosaggio, mentre alcuni tipi di neoplasie cerebrali ricorrono nell’ambito della stessa famiglia, quindi si ipotizza che vi sia una forte componente ereditaria. Una degradazione cancerosa può colpire qualunque parte del sistema nervoso, quindi esistono vari tipi di tumore cerebrale; la manifestazione del tumore infatti dipende soprattutto dalla sua localizzazione all’interno del SN e dalle dimensioni della massa tumorale. Ogni zona del cervello, infatti, è responsabile di una funzione specifica, quindi sarà proprio quella funzione ad essere compromessa con una grande varietà di sintomi. In generale, e con l’eccezione delle neoplasie del cervelletto, se una massa tumorale si sviluppa nella parte sinistra del cervello, il sintomo si manifesta nella parte opposta, ossia nella destra: questo perché ogni emisfero cerebrale controlla la parte posterolaterale del corpo.
LE CAUSE. A tutt’oggi non vi sono cause specifiche che possano spiegare l’insorgenza delle masse tumorali cerebrali, tuttavia si hanno dei riscontri statistici in persone affette da tumore al cervello che vivono in zone ad alto dosaggio di radiazioni, o su persone che presentano una storia familiare con casi di neoplasie cerebrali. Negli scorsi anni si è attribuita l’insorgenza delle masse tumorali al cervello anche all’uso smodato dei telefonini, ma questa ipotesi è stata smentita da uno studio condotto da ricercatori danesi dell’università di Copenaghen.
LO STUDIO. La ricerca è stata effettuata per diciassette anni su un campione di trecentocinquantamila persone che avevano almeno trent’anni e che avevano sottoscritto un abbonamento di telefonia mobile, comparando le loro percentuali con persone non abbonate alla telefonia mobile. Nel corso del periodo tra il 1990 e il 2007 sono stati registrati circa undicimila casi di tumori al cervello vicino all’1% sia per gli uomini che per le donne. Restringendo il rapporto alla categoria di soggetti che usavano il cellulare da più di dieci anni, il rapporto di incidenza percentuale era 1,03% negli uomini e 0,91% nelle donne.
Tra quelli con sottoscrizioni di telefonia mobile da meno di 10 anni, i rapporti sono stati di 1,04 negli uomini e 1,04 nelle donne (glioma) e 0,90 negli uomini e 0,93 nelle donne (meningioma). Da questo studio non è emersa dunque alcuna indicazione di una relazione tra uso del telefono cellulare e localizzazione anatomica del tumore, cioè nelle regioni del cervello più vicine a dove il portatile è tenuto solitamente. Ovviamente gli autori dello studio, tra cui il professor Christoffer Johansen e Patrizia Frei dell’istituto di Epidemiologia dei Tumori di Copenaghen, non possono affermare con certezza che non ci sia alcun legame tra uso del cellulare e tumori al cervello, solo che in questo studio non sono state trovate concrete prove per affermare che all’uso del telefonino corrisponda un aumento del rischio di insorgenza di un tumore al sistema centrale nervoso. Lo studio è stato pubblicato sul sul British Medical Journal. D’altro canto come spiega Paolo Vecchio, esperto fino a qualche tempo in servizio all’Istituto Superiore di Sanità, i telefonini non emettono radiazioni ionizzanti (come quelle delle radiografie) che possono indurre modificazioni al materiale genetico, ma solo onde radio con frequenze vicine a quelle del microonde. E non è mai stato dimostrato che questo tipo di radiazioni possa indurre delle mutazioni pericolose all’organismo. I ricercatori danesi ci tengono però a sottolineare che: “Abbiamo preso in considerazione tutta la popolazione con più di trent’anni nata in Danimarca dopo il 1925 e anche dopo dieci anni di telefonate non abbiamo trovato prova di un aumento del rischio: solo per chi ne ha fatto un uso ancora più prolungato e molto intenso non ce la sentiamo ancora di escludere del tutto la possibilità di un leggero aumento delle probabilità di ammalarsi. Per questo ben vengano altre ricerche anche più estese, se possono tranquillizzare anche i più scettici.”
Francesca Pica
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