Attualità e Cronaca Rosa

Bari – Dove glielo metteresti? Manifesto sessista per le strade della città

01-08-2011

Bari – Dove glielo metteresti? Manifesto sessista per le strade della città

BARI – “E tu, doveglielo metteresti?” recita il pay-off dell’ultimo manifesto sessista che come tanti suoi predecessori sembrano non voler abbandonare la mente poco affinata di pubblicitari molto improvvisati. E se questo non bastasse la modella del manifesto ci mostra girando virtualmente su se stessa le varie posizioni in cui il fruitore finale del 3×6 (sì, la massima dimensione disponibile per un manifesto stradale) vuole assegnare “Il dove metterglielo”. Graficamente pessimo, ma non è di questo che stiamo per parlarvi.

 

LA GRAVITÀ DELLA QUESTIONE qualcuno si difenderà dicendo innocentemente “è una battuta, nulla di più” ma la questione è ben diversa e radicata nella sottocultura nazionale. Ci sono tantissime città senza distinzione tra nord e sud italia che hanno più volte tentato di imporre con editti comunali il “buon costume”, come per dire ad alta voce se indossi un abito succinto e ti succede qualcosa è solo colpa tua, di conseguenza ritenendo normale una violenza che avvenga con tali presupposti. Gli stessi cittadini Baresi denunciano la propria città come luogo in cui le discriminazioni razziali e sessuali sono all’ordine del giorno. Secondo l’opinione di molti la donna non è libera di vestirsi come vuole ma ritiene perfettamente normale che nell’ambito mediatico della vendita di un prodotto e dello showbiz sia diventato quasi innaturale (provate a chiudere gli occhi e a pensarci!) vedere una donna normale, tranne per fortuna nelle (poche) pubblicità di controtendenza… ma il culo di fuori (scusate) è però necessario in TV!

 

TU DOVE GLIELO METTERESTI?. Bella domanda! La tipica battutaccia da baretto dinanzi alle immagini stereotipate di donne oggetto messe a disposizione dai Media e dalle strade e, fateci caso, anche da tanti spot radiofonici. È vero, sex sells (il sesso vende) ma qui è forse fondamentale che vi sia l’ intervento di un’opera generale di rieducazione sessuale e di educazione civica.

 

UN PO’ DI NUMERI: Mille – ripeto, mille i manifesti italiani fin’ora denunciati come sessisti. Per aumentare i brividi nel leggere questo numero basti pensare che è il dato del solo anno 2010. Le violenze a carico di innocenti, incensurati, violenze sessuali, stalking, reati di pedofilia e distribuzione di materiale illegale pedo-pornografico, al 93% colpiscono donne.

 

OSTENTAZIONE DELLA VIRILITÀ Tra l’altro nella nostra bella Italia per poter essere considerati “maschi” e “virili” e non passare per gay (con tutto il rispetto per gli omosessuali, ma è questo il linguaggio del ceto discriminante) bisogna a tutti i costi agire e mostrare pienamente una sessualità dirompente, pronta a dare prova di coraggio, potenza e anche lieve disprezzo nei confronti delle donne che rappresentano un passatempo su cui sfogare gli istinti. Basta girare le varie pagine facebook da migliaia di fan dedicati a categorie come le celeberrime Milf, oppure accorgersi che il 97% delle persone che “ci provano con te” sono uomini sposati e con figli “che vogliono solo stringere amicizia”. Una realtà degradante.

 

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