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Gravidanza: Maschio o femmina? un prelievo di sangue ce lo dirà!

10-08-2011

Gravidanza: Maschio o femmina? un prelievo di sangue ce lo dirà!

Ora per conoscere il sesso del nascituro è sufficiente un prelievo di sangue.

Un approfondito ed esteso studio compiuto su circa 7.000 donne in gravidanza da National Institutes of Health, di Bethesda nel Maryland (Stati Uniti), e pubblicato dal Journal of American Medical Association (JAMA), dimostra l’attendibilità dell’esame del sangue per stabilire il sesso del nascituro.

 

ANALISI DEL MATERIALE FETALE. L’esame diagnostico, già in uso in Olanda e Gran Bretagna, consiste nell’individuazione di tracce di DNA tra il materiale fetale presente nel sangue della madre già nelle prime settimane di gestazione. Il DNA viene a sua volta analizzato per isolare le tracce genetiche appartenenti al cromosoma maschile Y.

 

UNA TECNICA INNOVATIVA. Fino ad ora è stato possibile avere informazioni sul sesso del nascituro solo dopo alcuni mesi dal concepimento, tramite l’ecografia morfologica o l’amniocentesi. La prima viene effettuata solo dopo la ventesima settimana di gestazione, quando gli organi genitali del feto sono completamente formati, ma la determinazione del sesso è condizionata dalla posizione del feto stesso. L’amniocentesi, invece, serve soprattutto per individuare eventuali anomalie genetiche nel nascituro, ma sebbene fornisca risposte affidabili, richiede una metodica invasiva e può comportare dei rischi per il feto.

Il nuovo esame diagnostico, invece, si avvale di un’innovativa tecnica molecolare, che consente di individuare il sesso del nascituro fin dalle prime settimane di gestazione, attraverso un banale prelievo del sangue della madre, e fornisce il responso in sole 48 ore.

 

UTILE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA MEDICO. La determinazione precoce del sesso del feto è utile anche e soprattutto da un punto di vista medico, in quanto può essere impiegata per la diagnosi delle malattie genetiche legate al cromosoma X, come la distrofia muscolare di Duchenne e l’emofilia A e B, e ridurre il ricorso a procedure invasive. L’individuazione del sesso del nascituro già dalle prime settimane di gestazione, inoltre, si rivela molto importante nel caso di malattie metaboliche, quali l’iperplasia surrenalica congenita, legate a uno sviluppo alterato degli organi genitali esterni, perché consente di programmare un intervento terapeutico mirato.

Valentina Severin

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