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La Procura di Roma ha avviato un’inchiesta sulla Fendimetrazina, medicinale anti-obesità vietato dallo scorso 2 agosto, che sarebbe legato alla morte di tre giovani, un uomo e due donne.
FARMACO LETALE – La Fendimetrazina è una sostanza anoressizzante che, integrata da altri farmaci, veniva impiegata nella lotta all’obesità. L’imperfetto è d’obbligo perché, dopo una serie di esami a livello ministeriale, il medicinale è stato dichiarato pericoloso e, quindi, messo fuori legge dal decreto del 2 agosto 2011 dal Ministero della Salute. La Fendimetrazina è stata addirittura inserita nella tabella 1 delle sostanze stupefacenti, in quanto i suoi principi attivi sono in grado di creare dipendenza nei soggetti che ne facciano uso. Le associazioni di medici e farmacisti hanno presentato ricorso al Tar e ne chiesto la ricommercializzazione, ma al momento il divieto è ancora in vigore.
MORTE SOSPETTA – La decisione del pm Francesco Dall’Olio di aprire un’inchiesta sul farmaco, con il coordinamento del procuratore aggiunto Leonardo Frisani, è scaturita dal decesso sospetto di una ragazza, avvenuto il 9 settembre 2011 e già al vaglio del pm Alberto Pioletti. Sembra infatti che la vittima stesse assumendo la Fendimetrazina e le indagini mirano a verificare se la donna si sia procurata la sostanza letale durante il periodo del divieto di commercializzazione o se ne fosse in possesso già in precedenza.
ALTRI DUE CASI – Tra i casi di morti legate al farmaco anti-obesità rientra anche quello, seguito con attenzione dai media, di Silvia Lolli, morta nell’aprile del 2003, a soli 29 anni, in seguito ad un attacco d’asma causato dall’assunzione di sostanze dimagranti. Per il decesso della giovane finirono sotto processo una ginecologa e due farmacisti, che furono condannati in primo grado a un anno e otto mesi di carcere. A marzo prossimo, invece, inizierà il processo a carico di un medico per quanto riguarda la morte di un ragazzo, ritenuto dagli inquirenti vittima della Fendimetrazina.
DIVIETO AGGIRATO? – In particolare il decesso del 9 settembre ha indotto la Procura a sospettare che il medicinale letale venga ancora prescritto da alcuni medici e, nonostante il divieto, venduto da qualche farmacista compiacente.
Valentina Severin
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