Cinema e Spettacoli, Programmi e Tv

Il Discorso del Re con Colin Firth: film capolavoro in stile britannico

13-05-2011

Il Discorso del Re con Colin Firth: film capolavoro in stile britannico

Il nemico è al centro della scena fin dalla prima inquadratura e lo possiamo osservare da tutte le angolazioni. Comprendiamo subito il significato e il potere di questo semplice e comune oggetto: il microfono della radio.

 

Sto parlando de “Il discorso del re”, film diretto da Tom Hooper nel 2010 e candidato a 12 premi Oscar di cui ne ha vinti ben 4: miglior film, migliore regia, miglior attore protagonista (interpretato da Colin Firth) e miglior sceneggiatura originale.

 

Il film ruota attorno ai problemi di balbuzie del re Giorgio VI (interpretato appunto da Colin Firth) e al rapporto col logopedista che lo cura (Geoffrey Rush). I due formano una strana coppia inseparabile che duella, litiga, si studia con sospetto. È possibile esaminare il rapporto che vi è tra il re e un suo suddito, come anche il rapporto che si instaura tra il maestro e il suo allievo con una insolita inversione di gerarchie: il re diventa un allievo indisciplinato nelle mani del suo suddito-maestro. Questa relazione forzata, però, sfocerà in una sincera amicizia durata tutta la vita. La fobia del re di parlare ad un vasto pubblico viene messa in evidenza da particolari inquadrature: infatti Colin Firth viene ripreso molto spesso dal basso per mostrarne il collo e la gola, fonte del problema che lo perseguita. La radio svela la realtà umana e concreta del potere regale, costringe il re a rivelarsi per quello che è.

 

Molti critici hanno definito questo film come “troppo perfetto”. Il mio consiglio è solo uno: guardatelo, godetevi i brillanti dialoghi e la magistrale interpretazione e giudicate voi stessi. Buona visione.

Francesca Numerati

 

Trama

Il balbuziente Bertie tutto avrebbe voluto tranne che essere re. Come dargli torto? Sofferente fin dall’infanzia per questo difetto apparentemente insormontabile, frequentemente costretto a confrontarsi con imbarazzanti occasioni pubbliche a causa del suo sangue reale, il secondogenito di Re Giorgio V vorrebbe solo chiudersi nel silenzio, far dimenticare al mondo che anche lui ha una voce, semmai dimenticarsene lui stesso.

Disgraziatamente, però, arriva un momento in cui c’è un gran bisogno della sua voce. Un bisogno disperato, dal momento che il suo viziato e volubile fratello, appena divenuto Re in seguito alla morte di loro padre, ha abdicato incapace di governare la nazione.

Albert, nuovo Re Giorgio VI, dovrà chiedere aiuto a uno dei suoi sudditi, il logopedista Lionel Logue, affinché lo aiuti a sviluppare quella che, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, diventerà la capacità più importante per rappresentare la corona: quella di unire i suoi sudditi con la forza dell’eloquio.

cosa ne pensi?