Attualità e Cronaca Rosa

Brescia: neonato abbandonato tra i rifiuti

30-05-2011

Brescia: neonato abbandonato tra i rifiuti

Niente fiocco azzurro alla porta, niente culla ma soprattutto niente mamma per il piccolo Mario. Così è stato chiamato il bambino ritrovato ieri vicino ai cassonetti della spazzatura a Corso Magenta. Dopo le tragiche notizie di questi giorni dove la piccola Elena e il piccolo Jacopo sono morti,” dimenticati in auto” dai rispettivi padri Era probabilmente nato da poco più di 24 ore quando è stato avvolto in una maglia e chiuso in un sacchetto di plastica e probabilmente non sarebbe vissuto altrettanto tempo se intorno alle 13.00 due anziani non avessero notato dei piccoli movimenti all’interno del sacco. Quando hanno deciso di aprirlo pensando di trovarsi davanti dei cuccioli abbandonati, hanno invece salvato la vita del piccolo Mario che aveva ancora un pezzo del cordone ombelicale attaccato.

 

Sono subito stati avvisati i carabinieri e i sanitari del 118 che hanno portato il neonato all’Ospedale Civile di Brescia. Il piccolo è di carnagione chiara e pesa 2kg e 950 gr, misura 50cm e le sue condizioni di salute sono miracolosamente apparse buone. I carabinieri adesso sono alla ricerca di eventuali testimoni che possano aiutare a risalire a chi ha abbandonato il piccolo.

 

PERCHÈ SUCCEDE ANCORA ? Al giorno d’oggi davanti a una notizia del genere viene soltanto da chiedersi: perchè? Perchè in un Paese che permette a una donna di partorire in ospedale nel più completo anonimato, che permette di non riconescere il proprio figlio dando il via alle procedure per la dichiarazione d’adottabilità del bimbo, cosa porta a scegliere di chiudere un neonato in un sacchetto di plastica e buttarlo nei rifiuti?

 

Nonostante la legge cerchi di tutelare i neonati e le donne che scelgono di non essere madri il fenomeno dell’abbandono è ancora molto diffuso: sono circa 3mila ogni anno i bambini abbandonati nel nostro Paese, il 73% dei quali figli di italiane e il 27% di donne straniere. La causa di questo triste e a dir poco agghiacciante bilancio risiede forse nella scarsa conoscenza dei diritti delle partorienti: ricordiamo che le neo mamme in gravi difficoltà economiche hanno diritto a un assegno di maternità erogato dall’INPS per i primi 6 mesi di vita del bambino, mentre i comuni spesso riconoscono  prestazioni assistenziali alle mamme sia italiane che straniere.

 

Quando poi l’unica scelta possibile fosse quella di separarsi dal proprio bambino ricordiamo il servizio “culla per la vita“. Ce ne sono 36 sparse nel territorio nazionale: si tratta di strutture attigue ai presidi ospedalieri in cui la donna può lasciare il neonato che viene immediatamente assistito dal personale sanitario che monitora l’interno della cabine per mezzo di una telecamera. Insomma nel 2011 la decisione di abbandonare un bambino in mezzo ai rifiuti non è in alcun modo giustificabile ma è da considerare un’ulteriore prova del degrado di una parte della nostra società.

Giovanna Di Pietro

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