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Bellezza esteriore: un diritto?

19-08-2011

Bellezza esteriore: un diritto?

La bellezza fisica non è più un dono: secondo alcuni essa va considerata come un diritto.

 

DIRITTI UMANI. I diritti dell’uomo sono numerosi e vari: la sanità, l’istruzione, il diritto allo sciopero e la maternità, tanto per farne qualche esempio. Nel corso della storia moltissimi hanno lottato a fondo per ottenere questi risultati.

Ma ultimamente si è parlato addirittura di bellezza, soprattutto considerando l’elevato numero di interventi di chiurgia plastica degli ultimi anni. Tutti siamo d’accordo nell’affermare che viviamo in un mondo dominato dall’apparenza e dall’apparire, ma la bellezza estetica può essere considerata un diritto? Occorre aggiungere che apparire più belli aiuta a sentirsi meglio, innanzitutto con se stessi ma anche con gli altri. Ma qual è il prezzo da pagare?

 

LA PROVOCAZIONE. Questa provocazione è stata sollevata in primis da Alexander Edmonds, antropologo che ha pubblicato un articolo settimana scorsa sul New York Times. La discussione verte sui temi della bellezza, del sesso e della chirurgia plastica in Brasile dove l’aspetto esteriore è fondamentale e talora è l’unico strumento a disposizione per la scalata sociale. C’è addirittura chi parla di “vanità necessaria”.

Partendo dal presupposto che “Anche il povero ha diritto ad essere bellissimo” (ed a me viene naturale commentare: “Con che soldi?”), lo studioso si domanda se le istituzioni pubbliche debbano contribuire all’esercizio di questo diritto.
 

 

PROBLEMI ETICI. Non sono poche le persone disposte a sottoporsi a un intervento di chirurgia plastica per apparire belle e migliorarsi. C’è anche chi è disposto a fare notevoli sacrifici economici per permettersi questo “lusso”.

Tuttavia c’è un altro filone di pensiero che si oppone alla chirurgia “fine a se stessa”, se così potremmo definirla, mettendola in discussione. Essi si domandano: chi ricorre alla chirurgia estetica per cambiare il proprio aspetto è consapevole del fatto che l’identità resta immutata? In fin dei conti, ciò che conta (o almeno dovrebbe contare) realmente è come siamo interiormente, il nostro carattere, il nostro essere più profondo.

l'attrice Melanie Griffith dopo i numerosi interventi

Inoltre, quanto incidono la pressione sociale e l’insicurezza umana a far desiderare una faccia e un corpo diversi dai propri? Perché non ci accontenta mai di ciò che si ha e si cerca sempre qualcosa di più? Qualcosa che ci sembra più bello e impossibile da raggiungere ma che, una volta ottenuto, potrebbe non sembrarci tanto speciale come l’avevamo idealizzato.
 

 

SUL LAVORO. A quando pare la bellezza incide anche sul posto di lavoro. Infatti, per caso, l’ultimo numero del Time ha dedicato un articolo su questo tema: la bella presenza inciderebbe sulla busta paga (mentre qualcun altro sostiene che per fare carriera occorre essere antipatici).

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QUESTIONE DI AUTOSTIMA. L’autostima è qualcosa di davvero complicato da comprendere, acquisire e gestire. Essa ha a che fare con la costruzione dell’identità personale e solo in parte si poggia sulla propria immagine esteriore. L’autostima si deve fondare sui valori, sulla capacità di accettare i dolori e i limiti, la separazione, la morte, le rughe, l’invecchiamento.
 

 

Francesca NumeratiIl mio blog

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