Ti piace questo Articolo?
Per la prima volta in Italia, ad una donna che ucciso la sorella e ha tentato di eliminare anche la mamma è stata riconosciuto un vizio parziale di mente per motivi genetici.
COMO. Stefania Albertani, 28 anni di Cirimido (Como), due anni fa ha ucciso la sorella maggiore, segregandola in casa e costringendola ad assumere dosi pesanti di psicofarmaci fino a causarne la morte; successivamente ha bruciato il suo cadavere. Qualche mese dopo ha tentanto di eliminare anche la madre. Ora al termine del processo Stefania è stata condannata a vent’anni di reclusione, ma il gup di Como Luisa Lo Gatto, ha deciso di riconoscerle un vizio parziale di mente per motivi genetici. Dagli accertamenti è emerso infatti che la donna presenta “alterazioni” in “un’area del cervello che ha la funzione” di regolare “le azioni aggressive“e geneticamente presenta fattori “significativamente associati ad un maggior rischio di comportamento impulsivo, aggressivo e violento“.
PRIMO CASO IN ITALIA. Si tratta della prima volta che in Italia un giudice prende una decisione di questo tipo basandosi cioè non solo sugli accertamenti psichiatrici ma anche di tipo neuroscientifici e morfologici sul cervello ed il patrimonio genetico. Il legale della donna ha spiegato che “si tratta del primo riconoscimento in Italia, e uno dei primi al mondo, in cui le neuroscienze vengono utilizzate per vagliare l’imputabilità“. È stata proprio la difesa a richiedere una consulenza medica di questo tipo. La perizia psichiatrica tradizionale ha riconosciuto che la donna presenta “un quadro psichiatrico caratterizzato dalla menzogna patologica” e che soffre di una “sindrome dissociativa“. Ma il gup fa riferimento anche alla “ricostruzione del correlato anatomo funzionale della sfera psichica della paziente attraverso le indagini di imaging cerebrale e di genetica molecolare“, svolte dai periti.
STRUTTURA CEREBRALE. L’esame della struttura cerebrale ad alta risoluzione, ha spiegato il gup nella sentenza “senza avere alcun valore deterministico, ha consentito di accertare delle anomalie che si traducono in un significativo aumento del rischio di sviluppare certi tipi di comportamenti” ed in particolare, “è emerso che la perizianda presenta delle differenze nella morfologia e nel volume delle strutture cerebrali (…) alterazioni nella densità della sostanza grigia, in alcune zone chiave del cervello (…) anche nei processi che regolano la menzogna, oltre che nei processi di suggestionabilità ed autosuggestionabilità e nella regolazione delle azioni aggressive“. E per finire, “sono stati, disposti accertamenti genetici per verificare se la perizianda presentasse gli alleli che, secondo la letteratura scientifica internazionale, sono significativamente associati ad un maggior rischio di comportamento impulsivo, aggressivo e violento: all’esito di tali analisi – conclude il gup – è emerso che (…) possiede tre alleli sfavorevoli“.
RIPERCUSSIONI. Una sentenza di questo tipo rappresenta un precedente che potrebbe determinare la non punibilità degli autori di molti altri efferati delitti.
Paola Totaro
cosa ne pensi?