Attualità e Cronaca Rosa

Arrestato Gaetano Cerci, Clan dei Casalesi, in rapporti con la P2. Con lui un brigadiere dei Carabinieri

15-09-2011

Arrestato Gaetano Cerci, Clan dei Casalesi, in rapporti con la P2. Con lui un brigadiere dei Carabinieri

Ordine d’arresto per Gaetano Cerci da parte della direzione distrettuale antimafia di Napoli coordinata dal procuratore aggiunto Federico Cafiero De Raho. Il fermo ieri mattina in una operazione della squadra mobile di Caserta in collaborazione con i Ros.

 

TRAFFICO DI RIFIUTI. Personaggio importante Cerci, che come imprenditore ha partecipato molto attivamente all’attività di traffico illecito rifiuti (con la società Ecologia 89) ed ha favorito la latitanza di Vincenzo Schiavone nipote di Francesco detto “Sandokan“. La misura cautelare è stata decisa dal gip Egle Pilla nell’ambito delle indagini sulla latitanza di diversi esponenti dei Casalesi.
CARABINIERE. Arrestato anche Nicola Zanfardino, un brigadiere dei carabinieri il quale da comandante provinciale di Napoli, gli passava informazioni. Un vero e proprio “braccio destro, fungendo da suo autista e potenziale dipendente

 

CARRIERA CRIMINALE. Nell’ordinanza d’arresto è possibile ripercorre la “carriera” criminale di Cerci. Detto “cicciotto e mezzanotte“, esponente del clan dei Casalesi, fazione di Francesco Bidognetti, figura importante che è stato coinvolto nello smaltimento illecito dei rifiuti tossici toscani in Campania. Grazie alle inchieste è stato possibile definire la sua posizione come “elemento di raccordo – si legge nell’ordinanza – tra la massoneria e la criminalità organizzata casalese tant’è che fu coinvolto nel corso dell’operazione ‘Adelphi’ scattata all’inizio degli anni Novanta assieme a Gaetano Vassallo ora noto collaboratore di giustizia”. Cerci, a inizio anni ’90, ebbe rapporti anche con Licio Gelli. Il capo della P2 era stato indicato come implicato nei traffici illeciti di rifiuti dal nord al sud, ma alla fine ne era uscito sempre pulito. In un’informativa della Dia del 1997, nella quale venivano riportate identificazioni di persone viste entrare a Villa Wanda, residenza di Gelli a Castiglion Fibocchi, spunta anche il nome di Gaetano Cerci, identificato nel 1991.

Nonostate la condanna  (poi diventata definitiva) nel 1995 per associazione mafiosa, Cerci continua a diliquere. Infatti nel 2009 viene arrestato per favoreggiamento personale con l’aggravante di aver favorito il clan dei Casalesi. Cerci ospitava in casa sua Raffaele Maccariello alias “Cumpariello“. Il latitante era stato arrestato mentre era in corso un vero e proprio summit della Camorra.

Sempre dall’ordinanza si apprende che Cerci gestiva diverse imprese tra le quali un cantiere edile, attraverso prestanomi. In una di queste lavorava il fratello del carabiniere braccio destro, Zanfardino. In merito quest’ultimo è stato riscontrato il suo ruolo anche di procacciatore di droga. Zanfardino infatti cedeva le sostanze stupefacenti sequestrate soprattutto nelle zone di spaccio di Secondigliano, a Loreta Assunta che ora si trova ai domiciliari. In pratica dalla caserma era gestito un vero e proprio mercato della droga. Sicuramente altri soggetti hanno collaborato in questa organizzazione, ma non sono ancora stati identificati. “È evidente come nel corso della conversazione – scrive il gip in riferimento a un’intercettazione – lo Zanfardino faccia menzione dell’implicazione di altri suoi colleghi nei traffici, negli abusi e nelle omissioni da lui effettuati”.

È facile immaginare quindi, che l’inchiesta porterà a nuovi sviluppi.

Paola Totaro

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