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Madri cattive? madri imperfette. La maternità al cinema e in libreria.

25-09-2011

Madri cattive? madri imperfette. La maternità al cinema e in libreria.

Madri che non amano i propri figli, madri inadeguate, madri cattive, o più semplicemente imperfette. La maternità e le sue sfaccettature sono al centro delle trame di film e romanzi dell’autunno 2011.

 

AMORE IMPERFETTO. Dare alla luce un figlio non significa essere madre. Questo il leitmotiv de L’amore imperfetto di Irene Di Caccamo (Nutrimenti), in uscita a fine mese. Gioia, la protagonista, scopre di essere incinta proprio quando il suo uomo la lascia e muore in un incidente. Abbandonata due volte, Gioia si scopre incapace di tutti i gesti richiesti dall’amore. Il piccolo Francesco, frutto di quell’amore interrotto, le è estraneo. Gioia guarda crescere suo figlio attraverso un vetro finché, grazie alla vicinanza della silenziosa Viorika, il suo battito vitale non si rianima.

 

LA MATERNITÀ SECONDO COMENICINI. Madre non si nasce, si diventa, dunque. “Nessuna donna possiede in dotazione il senso di maternità. È una cosa che si impara vivendo accanto al proprio bambino”, ha commentato Cristina Comencini, che lo scorso 7 settembre ha presentato alla LXIII Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia il suo film Quando la notte, tratto dall’omonimo romanzo del 2007. Cristina Comencini, fischiata a Venezia, racconta il rapporto di drammatica ambivalenza che Marina ha con il proprio figlioletto, puntando i riflettori sulle difficoltà e i disagi dell’essere madre e distaccandosi dal pensiero prevalente che vuole il senso di maternità inscritto nel DNA femminile.

 

MADRI IMPERFETTE. Imperfette e problematiche sono anche le figure materne che popolano l’ultimo romanzo della scrittrice svedese Camilla Läckberg, La principessa di ghiaccio (Marsilio): madri spietate, rancorose, vendicative, sole, malinconiche e depresse che non assomigliano per niente alle madri perfette della pubblicità.

La madre perfetta non esiste”, ribadisce Elisabeth Badinther, filosofa femminista francese che da anni nuota contro la corrente della retorica della maternità. Nel suo nuovo libro, Mamme cattivissime? (Corbaccio), Badinther si schiera contro l’apologia della buona madre che esalta l’istinto materno e dipinge il ritratto di una donna pacificata, attiva, efficiente, sensibile e affettuosa.

 

IL PARERE DELLA PSICOANALISTA. Di ben altro parere è invece la psicoanalista Marina Valcarenghi, che difende a spada tratta l’istinto materno: “Esiste in noi donne come esiste negli altri mammiferi e il contrario dovrebbe, credo, essere dimostrato”. L’istinto materno c’è, è innato, ma non per questo apre tutte le porte. Anzi, spesso complica le cose. In esso si nasconde un’ambivalenza che genera conflitti e forma nodi che non trovano espressione: egoismi, rabbie, paure, frustrazioni. La maternità si copre allora di ombre, dettate soprattutto dall’incertezza del nostro tempo, spiega Valcarenghi nel libro in uscita Mamma non farmi male. Le ombre della maternità (Bruno Mondatori).

 

MADRI NEGATIVE. La psicoanalista offre una carrellata di patologie legate alla maternità, individuando alcuni tipi di madri. Vi sono le madri “totali, sofferenti perché si sentono “nate solo per essere madri” e consacrano quindi la loro vita a questa missione, per entrare in crisi non appena questa presunta totalità si incrina. Ci sono poi le madri “nere, deluse, scontente, che estendono alla famiglia l’ombra che le avvolge. Oppure madri vittime e lamentose; madri narcisiste, che proiettano sui figli le proprie aspettative, e madri che ritorcono la propria misoginia contro le figlie. Madri isteriche e madri ingombranti, madri delle quali i figli arrivano a vergognarsi. Madri in balia di un’ansia dettata dalla “mancanza di fiducia delle proprie capacità, forse dovuta a un sapere dimenticato” ma anche a un bisogno di protezione rispetto a una società instabile. Dall’ansia si passa all’apatia e da questa alla tristezza, fino alla depressione.

Ci sono anche le madri assenti, quelle che si disinteressano dei loro figli, per poi magari sentirsi in colpa per la loro latitanza. E ci sono le madri cattive, quelle dei maltrattamenti, degli abusi e delle punizioni eccessive. Violenze un tempo dettate da degrado ed emarginazione o oggi favorite, secondo Valcarenghi, da un desiderio di “possesso totale”.

 

MADRI SOLE. Marina Valcarenghi nel suo libro prende in esame la “madre negativa” e tuttavia non esclude che ci siano madri positive e che queste siano la maggioranza. Sicuramente siamo di fronte a madri molto più sole rispetto a un tempo: “In questi anni le donne sono molto più sole nella maternità e un Io debole, con poca energia e solidità, può crollare sotto il peso dei figli”.

Valentina Severin

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