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Chirurgo estetico pubblica foto intime delle pazienti prima e dopo l’intervento – Missuri
28-09-2011
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Un chirurgo del Missuri mette su internet le foto delle pazienti prima e dopo l’intervento di chirurgia estetica senza la loro autorizzazione.
SCELTA DIFFICILE. Già decidere di sottoporsi ad un intervento di chirurgia estetica non dev’essere facile. Evidentemente la parte del proprio corpo che si decide di migliorare, crea forti disagi e sofferenze.
Ancor di più dev’essere stato doloroso per le pazienti di un chiurgo del Missuri, St. Louis, scoprire di essere sul suo sito con le foto che le ritraevano non solo dopo l’invervento ma anche del prima, relative a parti intime, dal mento all’inguine.
Per questo motivo hanno deciso, cinque di loro, di fare causa al chirurgo, usando però uno pseudonimo, per evitare ulteriore pubblicità “Jane Doe”.
ATTENZIONE PER I DETTAGLI. Il chirurgo in questione, tra l’altro, è anche donna, si chiama Michele Koo ed è una nota professionista. Lo si apprende anche visitando il suo sito internet dove vengono lodati la sua “esperienza artistica” e l'”attenzione per i dettagli”. Per dimostrare meglio la capacità professionale, la Koo ha scelto di pubblicare foto di sue pazienti che si sono sottoposte a mastoplastica, liposuzione ai fianchi, addome e glutei. L’intenzione di non far riconoscere le signore evidentemente c’era, visto che la Koo aveva tagliato le foto escludendo il viso. Ma l’errore è stato quello di caricare le foto con il nome del file della cartella clinica. E quindi consultandole era possibile leggere anche il nome delle aspiranti bellezze. Una ricerca su google delle signore con nome e cognome le collegava quindi alle foto del proprio intervento estetico.
UNITE CONTRO IL CHIRURGO. Le cinque donne hanno deciso di fare causa alla Koo presentando ieri l’atto al Tribunale di St. Louis. La motivazione: l’imbarazzo l’umiliazione e la vergogna provati dalle pazienti nel vedere i propri corpi esposti nel sito ed in volantini pubblicitari per promuovere l’attività del chirurgo, anche anni dopo l’intervento, ledendo così la privacy delle pazienti.
Paola Totaro
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