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Prevenzione del tumore. Campagna Nastro Rosa 2011 – Storia di Stefania: dalla paura alla vita ritrovata.

13-10-2011

Prevenzione del tumore. Campagna Nastro Rosa 2011 – Storia di Stefania: dalla paura alla vita ritrovata.

Storia di paura, sofferenza e sorriso ritrovato. Perché vincere il cancro si può. Basta fare in fretta.

 

Stefania. Le 7.00. La sveglia suona. Ma come al solito Stefania era già sveglia da prima. Pensieri: lavoro, la spesa. C’è da andare in banca, e dal notaio. È precisa Stefania. Quando deve fare una cosa pianifica e si muove per tempo. Una donna organizzata. Come al mattino: doccia, colazione, una sistemata veloce alla casa, poi di nuovo in bagno, trucco e una passata di piastra ai capelli.

L’acqua calda quella mattina impiegava un po’ ad arrivare. Per fortuna non faceva ancora freddissimo. L’autunno si era mostrato decisamente mite quell’anno. Nel frattempo Stefania comincia a bagnarsi con le mani un po’ alla volta con l’acqua che via via diventa sempre più invitante. Collo, braccia e seno. Il seno: croce e delizia di ogni donna. Chi ce l’ha grande e lo vorrebbe piccolo. Chi al contrario lo vede piccolo ed invidia da morire le temerarie della chirurgia estetica. Stefania ha un bel seno. I suoi 30 anni le regalano un corpo ancora bello e sensuale. Da starci bene dentro insomma. Il seno, già. “Tutto sommato non mi posso lamentare” pensa. E si insapona, mentre organizza mentalmente la giornata.

Non ti aspetti di solito. Non ci pensi. E neanche lei ci pensava in quel momento. Passando la mano sul seno sinistro Stefania sente qualcosa. Un rigonfiamento appena sotto il capezzolo… “Strano. Ieri non c’era”. O almeno così sembra a Stefania. “Ma magari c’era e non ci ho fatto caso...”. “Saranno le ghiandole mammarie” pensa. Veloce ripassata mentale del ciclo… sì sì dev’essere il periodo durante il quale sono più gonfie. Sì sì dev’essere così. Eppure è strana quella ghiandola. Fa male a toccarla e il male continua anche dopo averla toccata sembra anche che ora faccia male un po’ tutto il seno… Il pensiero arriva ed è come un lampo. “Sarà mica un tumore?” no no, scaccia subito quel pensiero Stefania. “Ma no, figuriamoci… a me le ghiandole diventano sempre così e sono pure dolorose… eppure… no no sicurmente c’è una spiegazione banale… sicuramente banalissima” e si sente meglio a questo pensiero. È giovane, non ha mai avuto niente, sì è vero la sorella di sua madre si è operata di tumore al seno 3 anni prima. Ma non vuol dire niente. “Ma no, no. L’ha già avuto la zia… che lei poi ha anche 60 anni… ma no no…” guarda l’orologio Stefania. È tardi deve andare al lavoro.

Durante la giornata le cose da fare sono sempre tante. “Trecentomila” come di solito dice. Tempo per pensare non ce n’è. Eppure ogni tanto un leggero ricordo affiora. Appena appena accennato, come un richiamo della mente. Alle quattro si decide e chiama il medico. Appuntamento per le 18 nello studio del suo ginecologo che ormai conosce da anni. Una persona avanti nell’età, che ha in cura anche sua madre. Un persona di famiglia ormai, gentile e premurosa. Stefania si reca presso il suo studio con animo tranquillo. Lui è sempre stato attento e positivo. I controlli sono sempre andati bene… perché preoccuparsi? Andrà bene anche questa volta, pensa. Il medico la vede la saluta la fa sdraiare sul lettino. Non era la prima volta che le palpava il seno è una pratica che ormai usa con tutte le donne anche quando si recano da lui per motivi diversi. A fine visita sempre controllo delle mammelle. E anche questa volta stessi gesti stesso sorriso bonario e fiducioso e che continua ad essere tale anche quando si sofferma in quel punto. Una fitta raggiunge Stefania, che arriva fino al cuore, e di cui lui si accorge. Ma il sorriso non si spegne sul suo viso. Senza tradire alcuna preoccupazione il medico le chiede di rivestirsi e di raggiungerlo alla scrivania.

Una mammografia. Questo c’è scritto sulla ricetta. “Ma cos’è.. come mai.. io sono giovane… queste cose non si fanno dopo i 40 anni?” chiede Stefania preoccupata. “No, no Stefania si fanno quando è necessario – dice sereno il medico – solo per toglierci il dubbio. Sicuramente non è nulla di grave, ma è sempre meglio verificare, non credi?”

E allora Stefania controlla. Cerca un centro che le permetta di sottoporsi all’esame in fretta. Non può aspettare ormai oltre. “Non è niente, l’ha detto anche il medico… è solo un controllo…. ma voglio farlo SUBITO“.

Nel giro di 5 giorni l’esame è fatto. Ritiro la settimana successiva. Ma non sono giorni facili quelli dell’attesa: ogni attimo impegnato in qualcosa da fare. Non pensare è l’imperativo!! Ogni cosa va bene, pur di non andare con la mente all’esito. Sono passati tre giorni dalla mammografia.

Il cliente al telefono non la vuole mollare. “Certo, certo, stia tranquillo. Avrà la consegna in mattinata“. Il capo sempre così esigente, eppure anche così gentile e sensibile. Forse ha un debole per lei, ormai ne è certa. Chissà forse sta nascendo qualcosa tra loro. È proprio in quel momento che squilla il suo cellulare. Numero strano… chi sarà mai? “Pronto? sì, qui è l’ospedale. Buongiorno signora la chiamavo in merito l’esito della mammografia che ha effettuato da noi i giorni scorsi… ecco non vorremmo farla spaventare, ma dovrebbe venire qui per un controllo… no no non si preoccupi il medico vorrebbe rivederla… ve bene nel pomeriggio? ok ok allora alle 16.30, a più tardi“.

Tutto gira intorno ad Stefania, tutto è in movimento anche se lei è seduta. “Allora, devo chiamare il fornitore sì sì devo chiamare subito. Potrebbe tornare il capo” il telefono dell’ufficio comincia a squillare…. telefonate continue per quasi un’ora. Poi Stefania alza lo sguardo e vede che sono le 15.30. E il ricordo torna lancinante. “Alle 16.30, in ospedale… il medico vuole rivederla…”

Raggiunge l’ospedale sopra pensiero. Non si ricorda neppure come ha percorso il tragitto in auto… “sarà successo qualcosa per strada? non mi ricordo… ma no no non è successo niente“. Il medico era lo stesso di 3 giorni prima. Le spiega, che ora effettuerà un’ecografia per guardare ancora… sembrerebbe un nodulo… ma potrebbe essere benigno.. anzi sicuramente sarà così. Poi le verrà effettuato un prelievo con agoaspirato. “Sa così lo facciamo analizzare e vediamo cos’è” Somiglia molto il sorriso a quello del suo medico. Pure lui era stato tranquillo, pure lui aveva detto che sicuramente non sarebbe stato niente di grave… e invece… Ecografia e agoaspirato. Il giorno dopo il responso: tumore maligno al primo stadio di 1,8 cm di diametro e senza coinvolgimento dei linfonodi. “Che bello” – pensa Stefania -“non sono coinvolti i linfonodi” e accenna un sorriso mentre legge l’esito. E nel frattempo le scende una lacrima sul viso.

Da quel momento tutto accade velocemente. Ricovero, intervento, asportazione del tumore. Risvegliandosi dall’anestesia Stefania, vede sua madre. Un po’ sfuocata, ma è lì accanto a lei. “È andato tutto bene, cara. Ho parlato con il medico“. Tutto bene sì… “Solo… forse sarà necessario qualche ciclo di chemio…. niente di preoccupante cara ma il medico ha detto che sarebbe meglio per evitare che qualche cellula sfuggita possa intaccare ancora….” E la chemio arriva. Devastante e dolorosa. Non a tutti fa lo stesso effetto, ma Stefania sta male. Lo sente già da quando entra nelle vene che quel liquido è veleno… e come il veleno uccide ma alle giusta dose, salva.

È passato un anno da allora. Stefania sta bene. L’intervento effettuato per tempo le ha permesso di salvarsi. Ancora non si è ripresa del tutto. I capelli sono quasi ricresciuti completamente ed il viso ha ricominciato a prendere colore.

Luca, il suo capo le è stato vicino in tutto quel terribile periodo. Ora le sorride felice mentre, archiviata la fattura, approfitta della sua vicinanza per baciarla. È dolce Luca e hanno deciso: la primavera prossima si sposeranno.

Paola Totaro

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